Andrea Rossi – Metropolitan Prayers – 2012

Andrea Rossi – Metropolitan Prayers – 2012

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Andrea Rossi – Metropolitan Prayers – 2012

 

– “Metropolitan Prayers” sarà visibile a Milano dal 18 fino al 29 Settembre nella mostra “Arte, Cibo per la Mente”. Il progetto espositivo, curato dall’Associazione culturale “M’Arte” proseguirà per tutta la durata di Expo 2015 – (www.spaziomartemilano.com )

Andrea Rossi giovane artista Milanese, si presenta con uno stile evolutivo, che arricchisce e cambia nel tempo, mantiene intatta però la capacità di riversare nei suoi lavori una analisi introspettiva personale amplificata, che si rispecchia in quella sociale universale, forse per questo i suoi lavori sono così interessanti.

Andrea Rossi è uno di quegli artisti che riescono a cogliere alcuni aspetti dell’esistenza filtrati nella coscienza collettiva dal mondo dei sogni e soprattutto, riesce a ben rappresentarli con il dono della sintesi figurativa, rivelandoci valori, stati emotivi, paure, aspirazioni subliminali così forti che sono diventati scontati, come il terreno su cui camminiamo, che non guardiamo più ma diventa indispensabile solo al momento che non c’è.

 

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Andrea Rossi – The Liar – 2002

 

Metropolitan Prayers del 2012 è un’opera in cui Rossi focalizza l’attenzione su una pulsione dell’essere umano, la voglia di emergere, la ricerca della possibilità di distinguersi dalla massa arrivando ad essere uno dei miti esaltati dai media, idolatrati dalle folle. Oltre il bisogno del grosso accumulo di ricchezza, Rossi si concentra sulla voglia di raggiungere uno stato elettivo rispetto agli altri uomini.

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Andrea Rossi – Metropolitan Prayers (particolare1) – 2012

 

Una caratteristica comune a molti, compresi quelli che ad un certo punto per l’impossibilità dell’attuarsi, perchè ostacolati o perchè incapaci, la accantonano e si rifugiano nella tranquillità dei sogni di altri, scegliendosi una celebrità personale da idolatrare.

Andrea Rossi descrive così la sua opera:

“Una città. Anno 20_ _ . Cinque del pomeriggio. Un’altra giornata di lavoro conclusa. Operai, dirigenti, muratori, addetti alle pulizie, tutti si liberano dei ruoli imposti e tutti possono ora rispondere allo stesso semplice comune bisogno, il bisogno di essere parte di un “tutto”.

Andando oltre la loro individualità gli uomini diventano una cosa sola, ma per questo processo un catalizzatore è necessario. Il catalizzatore è “l’Idolo”.

Gli idoli moderni sono vari, come varie sono le “tribu” che in loro si riconoscono.

In uno stato di trance e trascendenti la realtà ordinaria, tutti ascendono al loro personale Monte Olimpo, verso l’altare dell’idolo scelto, lasciando alle spalle il mondo fisico. Così entrano in un’altra dimensione. Braccia e mani tese verso i loro dei, si liquefanno per sostare in una sospensione temporale che durerà finché ci sarà tempo per i riti delle loro preghiere metropolitane.”

Andrea Rossi ci racconta di come l’uomo comune riesce a raggiungere la sua fetta di cielo se non personalmente, attraverso il proprio “Idolo” che ce l’ha fatta.

Il concetto è già molto interessante, ma nell’opera c’è altro. sotto le immagini di miti del secolo passato e dell’inizio di questo, Rossi rappresenta un insieme di personaggi, gente comune, che però sembra essere in un girone dell’inferno dantesco. Rossi non ne rappresenta la vita, ma l’emotività tradita dalla mancata realizzazione delle aspirazioni.

 

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Andrea Rossi – Metropolitan Prayers (particolare2) – 2012

 

Si capisce che il rifugio nell’”Idolo” scelto non è propriamente funzionale e non placa la voglia dell’essere umano, della continua ricerca di emergere dalla massa, se non per quelli che accettano di farne parte, quell’insieme di persone di cui Rossi percepisce il consenso della propria condizione subalterna appagante e gratificante nella sola adorazione della figura di riferimento.

Per questi, lo stato di normalità è un modo di affrontare con tranquillità la vita, scrollandosi di dosso particolari responsabilità esistenziali, decisionali, affidate appunto all’”idolo scelto”. Per gli altri, le icone idolatrate del nostro tempo sono invece una via da seguire a cui aggrapparsi nel tentativo di sfuggire alla normalità se questa diventa invivibile o un simulacro da riempire con le proprie aspirazioni e sogni ormai irrealizzabili.

Così abbiamo una moltitudine di grigie figure che lottano cercando di raggiungere una vetta immaginaria, di salire su quell’Olimpo da lui citato.

 

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Andrea Rossi – The MArriage Of The Footballer And The Ballerina – 2005

 

Alcuni protendono le mani nel tentativo di ascesa, altri già ricadono avendo fallito. Il risultato è la descrizione di un mondo in cui, se si tende a premiare esclusivamente chi riesce ad arrivare, si ha la felicità di pochi (per poco) e l’inferno per la moltitudine.

Si può leggere in quest’opera densa di significato, un reale rischio per la società che tende a mitizzare eccessivamente il successo ed i suoi simboli, rifiutando la condizione di normalità come espressione di fallimento e un sottinteso ammonimento:

E’ bene vivere in una società in cui un pezzo di cielo, anche piccolo c’è sempre per tutti, perché le vette sono per pochi e anche per quei pochi è arduo rimanerci, mentre prima o poi tutti si ritrovano in basso.

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Andrea Rossi – The Self Pleasure Practician – 2002

 

L’opera di Rossi è sicuramente pregna di originali interpretazioni e rappresentazioni della vita interiore, scontate quando ce le rivela, così scontate che, come i barattoli di zuppa “Campbell’s” di Warhol , ci appaiono veramente alla vista solo quando ce li sbattono davanti agli occhi, perché ormai mimetizzati nel quotidiano.

Un artista che ha bisogno di un secondo sguardo per essere colto a pieno.

 

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Andrea Rossi – The Incapable – 2002

 

Abbiamo chiesto ad Andrea Rossi cos’è l’Arte?

Andrea Rossi ha risposto:

THOUGHTS OF TWO STRANGERS2006
Andrea Rossi – Thoughts Of Two Strangers – 2006

 

“Nel corso del tempo l’Arte ha cambiato definizioni e scopi, di conseguenza il mio, è un concetto personale di Arte e dell’Arte della mia epoca.
 
L’Arte oggi, per me, è una condivisione di esperienze, emozioni e visioni.
 
L’artista suggerisce, anche se mai in maniera letterale. L’arte è quindi capace di parlare al suo pubblico senza prescrivere e con un utile grado di ambiguità: viene così dato al pubblico lo spazio per relazionarsi al prodotto artistico attraverso il proprio vissuto.
 
Se la sensibilità dell’artista è tale da consentirlo, l’Arte riesce, spesso senza saperlo, a cogliere e interpretare, anche anticipandole, idee che hanno un posto nell’esperienza collettiva. Quando ciò avviene, l’Arte diventa ‘universale’ e talvolta può addirittura ritrovarsi ad essere un contributo alle vite dei suoi fruitori.

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Andrea Rossi – But Who Do You Say That I Am – 2013

 
Significato e significante, hanno uguale importanza. L’Arte, a mio avviso, dovrebbe essere attenta ad entrambi. Si dice che la bellezza è nell’occhio dell’osservatore. Trovo importante, tuttavia, che nell’Arte, per quanto personale, apprezzata, capita o meno, una ricerca estetica sia percepibile.”

GRAMMAR OF THE THEFT OF AN IDENTITY2004
Andrea Rossi – Grammar Of The Theft Of An Identity – 2004

 

2 Risposte a “Andrea Rossi – Metropolitan Prayers – 2012”

  1. Casualità?
    Mentre McArte celebrava qui l’opera “Metropolitan Prayers”, Cristina ed io eravamo davanti ad essa.
    Ascoltare Andrea Rossi che la descriveva per noi è stata una grande Emozione.
    La stessa che si ripete il giorno dopo. E questa volta l’artefice è il più bel Blog di sempre.
    Non ringraziare McArte per quello che fa sarebbe peccato mortale.
    Francesco e Cristina.

    1. E’ stato molto interessante confrontare la nostra interpretazione di Metropolitan Prayer con quella del suo autore Andrea Rossi, differivano in verità di poco, quel tanto che basta a rendere interessante uno scambio di idee tra chi si appassiona ad analizzare gli aspetti fondanti della nostra spinta emotiva quotidiana. Un in bocca la lupo all’autore e un grazie a Francesco e Cristina.

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