Il contributo che Arnaldo Pomodoro ha dato all’Arte e all’evoluzione del linguaggio estetico-figurativo è enorme e va oltre il suo essere scultore.
Pomodoro inizia la sperimentazione di materiali diversi quali oro, argento, ferro, legno , cemento fino ad arrivare al bronzo di cui non potrà più fare a meno.
Dalle sfere traforate che rivelano un contenuto strutturale o la conformazione di altri meccanismi sferiformi ruotanti come cuscinetti di un marchingegno, alla complessità di segni cuneiformi organizzati in una sorta di scrittura fine a se stessa oppure a noi ancora incomprensibile, ai dischi solari sfavillanti di luce e rotti dagli stessi intarsi che ne mostrano le interiora, Pomodoro inizia a concretizzare la sua visione dell’estetica contemporanea e a diffonderla.
Non sono pochi i casi in cui la sua influenza contamina altri ambiti artistici, soprattutto registi, film di fantascienza con scenografie avveniristiche.
Guerre stellari uscito nel 1977 paga un forte tributo a Pomodoro: non si può non paragonare le immagini delle astronavi alle sue sfere e ai suoi dischi che aveva realizzato già nel 1963(Sfera N°1), nel 1968(Disco Solare).
La texture caratteristica delle sue “tavole” ha un successo enorme ed è copiata in molti altri film fino a quando lui stesso è incaricato di curare le scene di opere teatrali e ne allestisce circa una ventina.
Ma Pomodoro non è solo un innovatore, un messaggero di un nuovo linguaggio visuale da cui trarre ispirazione, come i veri geni precorre i tempi rivelando il risultato del percorso culturale-estetico-tecnologico di tutto il ‘900 nel ciclo di opere che chiama “Tavole della Memoria”. Se anche artisticamente queste sue opere sono pari alle altre, le superano per interesse sociologico, in quanto mostrano la lungimiranza di Pomodoro nel prevedere quella che sarà l’estetica dominante della tecnologia, parte fondamentale nel nostro vivere.
“Colonna del viaggiatore” del 1960, “Tavola Della Memoria II” del 1961, “lettera a K” del 1965, e “Grande Tavola della Memoria” realizzata tra il 1959 e il 1965 sono alcune delle sculture che ci mostrano come Pomodoro riesca addirittura a prevedere la forma che le grandi innovazioni tecniche prenderanno in futuro.
E’ in quegli anni infatti che si arriva dopo una estenuante ricerca ai primi computer EDVAC del 1962, grandi, lenti, ma dalle potenzialità enormi e che ci ricordano un po’ nelle fattezze le sculture di Pomodoro anzi, a dire il vero, le “Tavole “ di Pomodoro eseguite nei primi anni ’60 somigliano non ai primi computer che si assemblavano contemporaneamente all’epoca, ma a quelli che saranno fabbricati dopo 20, 30 anni o forse assomigliano ancora di più ai nostri computer attuali, o meglio ai loro componenti.
Il paragone tra le “Tavola della Memoria” o “Lettera a K” degli anni ’60 ed una moderna scheda madre che si trova all’interno di ogni pc degli anni 2000, mostra delle analogie impressionanti, come se il progresso tecnologico nel suo percorso, avesse concretizzato il concetto estetico espresso da Pomodoro nelle sue opere decine di anni prima. Pomodoro scultore, Pomodoro visionario.