Tra i pittori seriali che si sono cimentati nel rappresentare più volte un soggetto, è doveroso citare Claude Monet (1840-1926).
Pittore francese annoverato tra i grandi nomi del movimento impressionista, ebbe una vera e propria folgorazione concretizzatasi nella pittura di circa 30 opere rappresentanti tutte la Cattedrale di Notre Dame a Rouen.
L’ossessiva rappresentazione di questo edificio lo coinvolse a tal punto che quando dovette cambiare appartamento, e lo fece più volte, ne cercò sempre un altro da dove potesse vedere lo stesso soggetto.
Dipinse quindi la cattedrale di Rouen da diverse angolazioni ma soprattutto, tutte le tele si diversificavano nella luce a causa delle diverse ore in cui furono dipinte.
Ce ne sono versioni del mattino, del pomeriggio, della sera, della notte, ma non solo, anche versioni con tempo nuvoloso, in Estate, in Inverno in Primavera.
Pisarro, Signac, Prust furono entusiasti di questo lavoro e si sprecarono gli elogi per Monet.
Lo stile delle pitture è pressochè il medesimo, la pennellata abbozzante la figura lascia affiorare le architetture come fossero avvolte dalla nebbia in una impostazione simile per tutti i quadri.
Cambiano tendenzialmente nei colori predominanti, sempre tenui, sempre soffusi.
La fissazione per questa chiesa non si spiega, semplicemente Monet ne era attratto forse perché era la vista che poteva godere dal suo primo appartamento al numero 31 di Place de la Cathédrale ma, come già ricordato, anche quando dovette abbandonarlo fu intenzionale la scelta del nuovo e dell’altro dopo da cui potesse continuare la sua ricerca e potesse ancora vedere la Cattedrale.
Sono infatti pochissimi i quadri in cui da una diversa angolazione, Monet dipinse Notre Dame “en plein air”, situazione pittorica tanto cara agli impressionisti.
La serialità dei dipinti eseguiti tra il 1892 e il 1894 si può forse spiegare tenendo conto di una ricerca portata avanti da Monet che utilizzando un soggetto ben conosciuto, poteva concentrarsi sulla differenziazione e lo studio cromatico.
Tendenzialmente innaturali, i colori di Monet, sembrano costruire l’edificio sacro enfatizzando più che la luce nei diversi momenti, il suo stato d’animo. Ne abbiamo infatti versioni azzurre, rosa, ocra, arancio, fino alle sfumature di rosso, dove i volumi sono appena accennati e spazia la creatività cromatica.
Monet si dimostrerà pittore seriale anche con altri soggetti, affascinato ormai dai cambiamenti del paesaggio nelle diverse ore e stagioni, dipinse 41 tele della stessa visione del ponte di Waterloo di Londra intorno al 1902.
Famose sono anche le visioni del ponte sul lago nella sua casa di Giverny dipinte intorno al 1989, prima che il suo stile si orientasse verso una pittura che, centralizzata sulle ninfee, iniziava a sfiorare l’Astrazione.
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