Dalla parte di “Blu” – Graffiti, Bologna

Dalla parte di “Blu” – Graffiti, Bologna

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Blu – Graffito

Il messaggio di “Blu” sul suo blog :

“A Bologna non c’è più Blu e non ci sarà più finché i magnati magneranno. Per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi”.

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Blu – Graffito

Cosa è successo a Bologna?

Prima o poi tutti gli artisti quotati o meno devono fare i conti con la triste realtà: il mercato dell’Arte.

L’Arte nasce libera, l’artista crea, si rappresenta, rappresenta cosa gli sta intorno o cosa non esiste ancora, l’uomo gli dà un valore e nella nostra società sempre più materiale, dare un valore vuol dire dare un prezzo.

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Blu – Graffito, Milano – 2009

L’Arte è una delle ultime libere frontiere dell’espressione umana, lei è democratica, per quanto molti sforzi siano stati fatti per far sì che solo chi è agiato possa avere la facoltà di fare Arte, lei sgorga come sorgente di montagna dove meno te lo aspetti, in periferia, tra le mani di sconosciuti o magnati, anzi spesso preferisce luoghi ricchi di vita intensa, intrisa di sudore e sangue piuttosto che di preservato incanto e anche lì, sempre qualcuno vuole ingabbiarla. Ma il mercato esiste, ed è certo un bene che ci sia, esistono le gallerie esistono i mecenati e gli speculatori e i veri amanti, senza questa parte del grande circo dell’Arte, l’artista non avrebbe risorse.  Da qui la contraddizione: la vera Arte è libera, ma per proliferare ha bisogno di un sistema che la aiuti, quando non lo subisce.

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Blu – Graffito, Lisbona

I writers o graffitari sono forse l’esempio più evidente della libertà di creare, della libertà dell’Arte, loro non hanno bisogno di galleristi o di gallerie che non siano quelle dei sottopassaggi, sono l’ultimo esempio di Arte fine a se stessa, che nasce e cresce pura perché non ha bisogno di sovrastrutture per farsi conoscere, non è contaminata dal mercato.

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Blu – Graffito

Per tutti questi motivi a Bologna è nata la questione tra “Blu”, classificato tra i primi dieci più noti graffitari  al mondo e il direttore della mostra sulla “street art” inaugurata il 19 Marzo a Palazzo Pepoli.

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Blu – Graffito, Niscemi

Blu” è lo pseudonimo dello sfuggente graffitaro bolognese che da venti anni ormai dissemina di gigantesche opere la sua città e molte capitali del mondo.  E’ apprezzato perché mai banale, perché rivitalizza vecchi edifici, quartieri degradati, perchè porta bellezza in ambienti che ne sono privi. I suoi muri grondano di critica sociale, di realismo esistenziale contemporaneo, sono un esempio sempre attuale, per tutti quelli che vogliono ancora dire la loro, per tutti quelli che vogliono prima di tutto essere liberi di esprimersi e poi, di esprimere il proprio dissenso su qualcosa.

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Blu – Graffito

La filosofia del writer la sconosciamo, tendenzialmente anarchico, spesso perseguitato dai vigili, multato condannato per deturpazione di beni pubblici o privati, attualmente sta vivendo una sorta di contraddizione fisiologica: alcuni murales sono staccati, venduti, conservati in musei e i loro autori sono considerati artisti, opere di quegli stessi writers,che sono considerati delinquenti e possiamo ritrovare  nelle aule di tribunale se presi sul fatto.

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Blu – Graffito

Il mercato dell’Arte non fa sconti e vuole impadronirsi anche dei graffiti, così a Bologna alcuni graffiti di “Blu” sono stati staccati e messi in mostra, senza il consenso dell’ artista.

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Blu – Graffito

Di chi sono i graffiti?

Fabio Roversi Monaco, noto massone, pezzo da novanta immischiato nelle più varie associazioni, accademie, istituti bancari, non si è fatto scrupoli e all’autore ha solo comunicato l’approssimarsi della mostra dove, potremo vedere i suoi lavori staccati dai muri assieme ad altri, per la modica cifra di 13 euro, insomma in puro stile massonico: il graffitaro “Blu” aveva donato i suoi graffiti alla città di Bologna gratis, loro hanno trovato il modo di specularci sopra senza far avere un euro a chi le opere le ha fatte.

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Blu – Graffito, Centro Sociale Xm24, Bologna

A questa azione, che contraddice il pensiero stesso rappresentato nei suoi graffiti, trasformando quelli che erano gridi di libertà in opere al servizio del sistema marcio, “Blu” non ha risposto ma ha agito: con pennellate di grigio smorto, ha cancellato tutti gli altri suoi graffiti a Bologna.

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Comunicato affidando agli amici scrittori del collettivo Wu Ming (Blu non concede interviste ai media):

“La mostra “Street Art” è il simbolo di una concezione della città che va combattuta, basata sull’accumulazione privata e sulla trasformazione della vita e della creatività di tutti a vantaggio di pochi. Di fronte alla tracotanza da landlord, o da governatore coloniale, di chi si sente libero di prendere perfino i disegni dai muri, non resta che fare sparire i disegni.Agire per sottrazione, rendere impossibile l’accaparramento. Non stupisce che ci sia l’ex-presidente della più potente Fondazione bancaria cittadina dietro l’ennesima privatizzazione di un pezzo di città.Questa mostra sdogana e imbelletta l’accaparramento dei disegni degli street artist, con grande gioia dei collezionisti senza scrupoli e dei commercianti di opere rubate alle strade. Non stupisce che sia l’amico del centrodestra e del centrosinistra a pretendere di ricomporre le contraddizioni di una città che da un lato criminalizza i graffiti, processa writer sedicenni, invoca il decoro urbano, mentre dall’altro si autocelebra come culla della street art e pretende di recuperarla per il mercato dell’arte”.

……..Meditate gente.

Londra, 2008
Blu – Londra – 2008

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