Farid Rasulov – Europallet, installazione – 2016

Farid Rasulov – Europallet, installazione – 2016

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Farid Rasulov – Europallet, installazione (vincitore premo Arte Laguna Venezia) – 2016

 

Uno dei vincitori del “Premio Arte Laguna di Venezia” per la sezione “SCULPTURE AND INSTALLATION”, è Farid Rasulov, artista  nato in Azerbaijan nel 1985.

Paradossale, ironico, Farid Rasulov con questa installazione mette a nudo i grandi limiti, le contraddizioni di una Europa sempre più criticata e snaturata nei suoi principi iniziali.

L’Europa, questo accorpamento di nazioni confinanti, nato come baluardo di difesa tra le potenze che da sempre ci schiacciano, tra cui siamo in mezzo, Russia e America, questo presupposta unione di istituzioni e popoli fondanti la cultura occidentale, oggi ridotto per alcuni stati a gabbia, per altri a parassita, non più salvezza e forza ma  limite allo sviluppo. Ci viene da chiedere: “Cosa è successo ?”

 Farid Rasulov nato fuori dall’Europa, ha forse una visione più obbiettiva della situazione e nella sua installazione, rende protagonista una delle novità dell’Unione Europea, questa macchina burocratica da alcuni giudicata infernale, dove mille regole sono state aggiunte a quelle degli stati che ne fanno parte, molte inutili, molte dannose.

 

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Farid Rasulov – Europallet, installazione (vincitore premo Arte Laguna Venezia) – 2016

 

Europallet” è il nome della sua opera, una apparentemente semplice catasta di pallet, il piedistallo in legno dozzinale usato nel commercio come base su cui impacchettare qualsiasi tipo di merce per poi spedirla. Un sistema standardizzato, usato in tutto il mondo, ma  Farid Rasulov, rimarca il fatto che anche qui, L’Europa è arrivata a mettere il suo marchio, la sua legge, i suoi parametri. Giusti? Sbagliati? Forse inutili? Il fatto è che con l’Europa è arrivato anche il pallet con misure standard della Comunità Europea. Così c’è un ordine preciso nei magazzini, l’Europa è servita a qualcosa.

I pallet adesso non più dissimili, più larghi o lunghi di qualche centimetro, si accatastano meglio, sono più belli nella loro uniformità militaresca. Trovata utile? Bisognerebbe chiedere a qualche magazziniere esperto o ai camionisti che nello stivare il carico adesso non avranno più calcoli da fare. Il fatto è che questo pallet classificato come modello europeo, può diventare in realtà il simbolo di quella che l’Europa vorrebbe imporre: una unicità di pensiero, di vedute, di economie , di leggi. Il problema è che le nazioni non sono come carichi da spostare e una unità di stati non è un magazzino.

I paesi europei sono troppo diversi, per cultura, per tipo di economia, per risorse del territorio, per geografia, per essere standardizzati come i pallet e come questa stravolta Unione Europea intende imporre con i disastri che ne consegue.

 

Farid Rasulov Dogs in the Living Room à la Galerie
Farid Rasulov – Dogs In The Living Room, installazione – 2014

 

Farid Rasulov sembra volerci far capire che in una Europa così architettata l’elemento umano stona, forse il più bel fattore, l’essenza della vita, non è calcolato all’interno della Comunità Europea. Così il suo pallet sapientemente decorato in ogni parte, è bellissimo rispetto agli altri, ma è un elemento di discontinuità, di disturbo alla realizzazione di una società completamente uniformata in un sistema controllato. E paradossalmente, l’elemento che stona è anche quello più bello, più elaborato, più umano. L’errore di fondo della Comunità Europea è quello di non aver tenuto conto del fattore umano e territoriale: l’Italia non sarà mai come la Finlandia, non ha le sue risorse minerarie, per questo si è specializzata in altro, per lo stesso motivo la Grecia non potrà mai essere come la Germania e così via. Ogni tentativo di standardizzare gli stati europei è destinato a creare disastri come del resto vediamo ormai quotidianamente, ed ogni passo verso una unificazione economica spersonalizzante è destinato ad allontanarci dal benessere che avevamo già. Lo hanno capito gli americani, che mantengono addirittura leggi contraddittorie o diverse in stati parte degli U.S.A., non lo capiscono qui, in Europa, dove ci vantiamo sia nata la democrazia e la civiltà moderna.

Grazie Farid Rasulov per averci ricordato quale era lo scopo iniziale di questo ammasso informe di regole che è diventata l’Europa, non di renderci tutti uguali, di imporci economie per ovvi motivi inattuabili, ma di aiutarci e di insegnarci a convivere nelle nostre diversità, facendone tesori.

Non siamo pallet.

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