Nel 1565 Lattanzio Cortesi pagò l’originale 2.000 scudi.
Il Bacco, è una fusione in bronzo di ben 235 cm, opera del Giambologna, ovvero Jean de Boulogne ( 1529 –1608), scultore fiammingo particolarmente legato alla città di Firenze.
Di fattura pregevole, classica, dalla linea slanciata e la posa plastica nell’atto del brindisi, il Bacco del Giambologna vegliava tranquillo e forse un po’ troppo sobrio nella nicchia della Torre dei Rossi Cerchi, sopra una fontana.
Miracolosamente scampato agli scempi della guerra che distrussero la vasca su cui era collocato, fu restaurato nel 1958 e riposizionato nella nicchia in Borgo San Jacopo proprio all’inizio di Ponte Vecchio sopra un sarcofago di età romana. Lì rimase testimone del viavai giornaliero di turisti troppo composti e delle notti forse più arzille e giustamente più adatte a celebrarne gli usi di divinità.
Mai si sarebbe aspettato però di ritrovarsi un mattino con un look totalmente adeguato a quello di cui è l’effige: la gioviale ebbrezza del sorso di vino, del divertimento, della gaiezza.
Il 12 Maggio 2015, tra la meraviglia dei passanti, il Bacco del Giambologna si presentava così: fiocchetto rosso al collo, costumino sgargiante tipo tanga di svariate taglie più grande, forse rubato alla sorella maggiore più corpulenta, un nuovo mazzo di fiori (finti) dai colori improponibili come del resto lo erano quelli del costume.
Spicca nella nuova tenuta del Bacco la scritta “Dèdè”, troppo vistosa per essere casuale, troppo sfacciata per essere una trovata pubblicitaria autorizzata dal brand italo-francese che ne porta il nome.
A noi toscani in verità quel “Dèdè” ricorda qualcosa di più familiare, legata alle nostre terre, ma è inutile perderci dietro fantasiose congetture: la goliardata è stata fatta, il “Bacco Pop” del Giambologna + ignoto ha suscitato mari di polemiche, ilarità, divertimento, disprezzo e paure che il monumento antico potesse aver riportato danni.
Autocensurando il nostro primo divertito commento (…bellissimo…!), condanniamo questa “bravata” come fanno i benpensanti ma ricordiamo che il rischio di rovinare il Bacco del Giambologna è stato minimo: dal 2006 all’imbocco di Ponte Vecchio fa mostra di sé una splendida copia, l’originale è custodito all’interno del Museo del Bargello di Firenze.
Per questa volta ridiamoci sopra.