Giorgione – Concerto Campestre – 1510

Giorgione – Concerto Campestre – 1510

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Giorgione – Concerto Campestre – 1510

Concerto Campestre” è una stupenda opera dipinta nel 1510. Attribuita a Giorgio Barbarella o Zorzi da Castelfranco, detto Giorgione (1478-1510) è in verità di paternità dibattuta.

Si pensa che il disegno originale sia del Giorgione, ma che il quadro fu finito o addirittura completamente realizzato da uno dei suoi grandissimi allievi: il Tiziano.

Tiziano Vecellio nei suoi anni di apprendistato aveva infatti uno stile così simile a quello del Giorgione, prima di far affondare nell’ombra i contorni dei soggetti, dando vita a quello che fu definito “Classicismo Cromatico”, che più di un quadro ha suscitato dibattiti sulla possibile attribuzione all’uno o all’altro grande maestro e in più di un quadro si è intravisto la mano di entrambi.

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Gentiluomo Con Libro – Attribuzione incerta a Tiziano Vecellio o Giorgione – 1510

Gentiluomo Con Libro”, “La Schiavona”, sono opere dell’anno in cui morì Giorgione, dove una complementarietà stilistica rende difficile l’attribuzione all’uno o all’altro. E’ invece certo che “La Venere Dormiente” del 1510 fu finita da Tiziano che poi ne fece una versione tutta sua, bellissima “La Venere di Urbino “ nel 1538.

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La Venere Dormiente – Giorgione e Tiziano Vecellio – 1510

E’ possibile che una serie di quadri rimasti incompiuti dal Giorgione a causa della morte, siano stati finiti dalla sapiente mano del Tiziano.

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Tiziano Vecellio – Venere Di Urbino – 1538

Concerto Campestre” è un quadro di non grandi dimensioni, 118×138 come molte delle opere del Giorgione. Questo dipendeva in parte da lui, in parte dalla committenza che si abituò al suo stile concentrato sulla perfezione maniacale nei piccoli e medi formati piuttosto che sulla composizione complessa dei grandi e come molte sue opere è in effetti un gioiello.

Giorgione ha il pregio di dare grande qualità e rilevanza al paesaggio, anche in funzione dell’ampliamento emotivo dei personaggi principali, importante prerogativa che va a sommarsi a quelle che furono le caratteristiche del “Giorgionismo”. Si pensa sia stato influenzato in questo da Leonardo da Vinci, che spesso nei ritratti ma anche nelle opere più complesse, si esibiva in sfondi suggestivi e molto curati.

Concerto Campestre” mantiene questa caratteristica, facendo dello sfondo quasi il soggetto del quadro, tanto è rifinito, sia nei dettagli del fogliame, sia nella scelta della colorazione e delle forme compositive che ne vengono esaltate. E’ interessante vedere come ogni gruppo o personaggio è sottolineato nella sua forma dalle linee degli elementi paesaggistici: I tre personaggi al centro, assumono la forma di un triangolo, come appunto la costruzione alle loro spalle che, cromaticamente si risolve invece in modo asimmetrico. Ocra pallida, è simile alla chiara figura femminile sulla destra, mentre gli altri due personaggi di sinistra più ombreggiati, si contrappongono alle fronde dell’albero verde scuro sullo sfondo.

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Concerto Campestre – Composizione

E’ anche interessante la contrapposizione cromatica paesaggistica che individua due fasce distinte, ocra e verde, che si intersecano in un punto decentrato a sinistra dando profondità e movimento al tutto.
Lo stesso principio è il presupposto composito con cui è rappresentata la ninfa sulla sinistra. Intenta a procurasi acqua presso la vasca, assume la stessa posizione verticale dell’albero scuro alle sue spalle ma si contrappone a questo col suo colore chiaro.

Infine le due fronde degli alberi che quasi si toccano sulla sinistra, sono così dettagliate da attirare lo sguardo e tendono a creare, con l’incrocio in basso delle due colline, un rombo che incornicia in verità il niente! Ma riescono a mantenere viva l’attenzione dello spettatore perfino in quel settore di tela dove non c’è azione e l’unico protagonista è il paesaggio vuoto.

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Concerto Campestre – Composizione

Giorgione riesce a creare una composizione ricchissima che con l’alternanza di ocre e verdi, movimenta il quadro e ci introduce al soggetto principale, che spicca in rosso al centro: l’uomo con il liuto, ovvero la musica.

La descrizione pittorica dell’abito al centro ne esalta la qualità di soggetto del quadro, la consistenza è quella della seta, nei riflessi, nelle pieghe. Imperdibile lo studio della mano sul liuto, in penombra e controluce, fino alla tridimensionale resa prospettica della gamba sull’erba. La finezza descrittiva, sempre in penombra dell’altro personaggio, amplia la leggerezza della gamma tonale del dipinto rendendolo etereo, come la graduale modulazione di ocra alle loro spalle che sfociano nel gruppo di case.

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Giorgione – Concerto Campestre, particolare

Il quadro è infatti una scena che vuole sottolineare la grandezza di quell’Arte eterea che è la musica. Fine, leggiadra, gioia dei sensi, soprattutto impalpabile, la musica è armonia con il creato e il Giorgione vuole ribadirlo. Al centro, il suonatore in rosso è colui che dovrebbe renderla viva, di lato, è il paroliere, davanti a loro c’è la musa ispiratrice, nuda, aggraziata, assorta a sottolineare l’importanza dell’atto che si compie. La figura sulla sinistra è invece una ninfa, cardine della rappresentazione e svelatrice dell’importanza della scena. E’ infatti intenta a prendere acqua dalla vasca con una fiasca di vetro trasparente e indica l’importanza della purezza di sentimenti che chi si dedica a questa Arte deve avere affinchè possa fluire da lui.

La rappresentazione è in realtà enigmatica,i significati allegorici dati al quadro sono molteplici. La musa tiene un flauto in mano ma non l’impugna nel modo giusto e non sembra sappia cosa farne, i due musici sono invece intenti a guardarsi tra loro con le labbra serrate e lo sguardo attonito e anche la ninfa presso la vasca non sembra avere l’espressione di assorta contemplazione o prestare attenzione ai giovani.

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Annibale Carracci – Il Suonatore Di Liuto – 1594

C’è chi intravede in questa rappresentazione un disturbo della purezza necessaria affinchè la dea della musica si manifesti, dovuta al volgare pastore, quale nota impura introdotta sulla scena con lo scampanellio delle pecore. Ma lo sguardo smarrito dei due soggetti al centro come quello della musa, non sembra preoccupato da lui ma rivolto a loro stessi e, particolare inquietante, lo strumento non sembra avere le corde ed è evidente che manca del buco di accesso alla cassa armonica quindi, è impossibilitato a suonare!

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Giorgione – Concerto Campestre, particolare

C’è invece un’altra interpretazione in cui si intravede nella mano del pastore un flauto. In questo caso, l’unico che suona sarebbe il pastore, minuscolo sullo sfondo, riserva la musica alle pecore, ma rivolto al gruppo dei personaggi che non lo notano, sembra quasi suggerire con la sua melodia, le note da suonare. Nonostante la ricchezza delle vesti, la ricercata capigliatura, l’opulenta bellezza delle ninfe, sembra che la dea dell’Arte abbia scelto il pastore, forse perché l’unico puro, forse perché l’unico che abbia sentimenti a cui dare fiato.

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Giorgione – Concerto Campestre, particolare

Curiosità: “Concerto Campestre” è il quadro che ispirò Claude Manet, quando nel 1863 dipinse “Colazione Sull’Erba”. L’opera del francese destò scalpore non solo per lo stile pittorico innovativo, ma anche per il soggetto, era infatti disdicevole ancora nella seconda metà dell ‘800 dipingere nudi quando non si trattava di personaggi mitologici o allegorie, ma erano accostati a scene di vita quotidiana. Così i nudi del quadro del Giorgione nel XVI° secolo non provocarono l’ira censoria riservata a Manet perché le giovani rappresentate non erano donzelle aristocratiche ma ninfe.

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Claude Manet – Colazione Sull’Erba – 1863

2 Risposte a “Giorgione – Concerto Campestre – 1510”

  1. Su Giorgione niente altro da aggiungere. E’ stato già detto tutto. Come meglio non si sarebbe potuto.
    Per quello che può servire, anche un amante dell’Arte Moderna e Contemporanea ha le sue preferenze verso quello che è stato prima. E quando nomino il mio podio ideale, Caravaggio e Antonello da Messina non fanno storcere il naso, ma con Giorgione spesso avverto stupore.
    Potrei concludere con “Giustizia è fatta”.
    E come sempre il mio Grazie a McArte.

  2. Per quanto possa sembrare effettivamente strano, Giorgione non ha tra il grosso pubblico l’attenzione che merita, forse perchè la sua ricerca artistica è stata portata avanti dal suo contemporaneo Tiziano, simile inizialemnte nello stile ma più longevo e famoso

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