Gustave Caillebotte – Raboteurs De Parquets – 1878

Gustave Caillebotte – Raboteurs De Parquets – 1878

The Floor Scrapers *oi
Gustave Caillebotte – Raboteurs De Parquets – 1878

 

Queste due versioni dei “Raboteurs De Parquets restano nella produzione di Gustave Caillebotte (1848-1894) come perle di indescrivibile splendore.

Caillebotte  fu uno dei pittori tra i meno conosciuti promotori del movimento Impressionista. Eppure partecipò assiduamente alla vita artistica del gruppo e ad alcune loro esposizioni. Fu amico di Monet, Degas, Renoir ed essendo di famiglia facoltosa, li aiutò anche come mecenate, comprando le loro opere, finanziando esposizioni.

Si potrebbe pensare che la sua pittura non fosse stata all’altezza di quella degli altri compagni di avventura ma, dopo aver attentamente osservato i due “miracoli” che ritraggono i lavoratori intenti nel raschiare le grezze tavole di legno montate sul pavimento, possiamo solo concludere che non aveva niente da invidiare agli altri impressionisti.

Caillebotte nella seconda versione dei “Raboteurs De Parquets” del 1878, mostra una visione della luce eccellente, una concezione prospettica che si fonde sublimemente con la composizione, una coloristica pacata ma risplendente nella rarefatta penombra dell’interno, dagli azzurri finissimi che sostituiscono i bianchi dei muri non baciati dai riverberi luminosi, che distraggono dalle anatomie appena accennate nelle forme, impegnate nel mantenere l’incanto dell’amalgama di tutta l’opera.

I lavoratori del parquet appaiono come una visione surreale all’interno di un universo che sembra non essere di questa terra, tra i riflessi delle striature lucide ancora da raschiare e i trucioli materici disseminati dappertutto che enfatizzano la prospettiva.

 

Gustave Caillebotte
Gustave Caillebotte – Raboteurs De Parquets – 1876

Nella prima versione del  1876 Caillebotte è ancora legato alla pittura tradizionale accademica, i colori sono vivaci, i riflessi risplendono forti, contrapposti alle parti decisamente nascoste nell’ombra. I personaggi sono curati nei dettagli ma pesanti e solo la luminosità che dalla finestra si sparge sulle pareti, fa presagire la più modulata seconda versione, dalle atmosfere più soffuse e una maggiore sensibilità descrittiva. La pennellata morbida, sfumata attenta al realismo dell’insieme ne fanno comunque un’opera degna di rilievo.

La versione del 1878 ci regala tutta la matericità che può trasudare dal legno rasato di fresco. Caillebotte riesce a ricreare l’opacità del rovere contrapponendolo alle strisce ancora ricoperte di vernice lucida e partendo da questo presupposto fa decollare l’opera arrivando a farne un gioiello della pittura del XIX° secolo.

 

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