Molte perle d’Arte di fine ottocento e inizio novecento vengono offerte alla visione di chi le sa trovare, il periodo fu infatti tra i più felici per quello che riguarda l’Arte figurativa di impostazione classica, periodo in cui nascevano movimenti più temerari ma dove era ancora potente la spinta Neoclassica.
Il Neoclassicismo univa la soggettistica classica, mitologica , storica ad uno stile che trascendeva dalle più moderne ricerche figurative del tempo espressioniste, impressioniste, per rifugiarsi nel cesello delle figure, nella resa maniacale degli ambienti, nell’esaltazione della virtuosità pittorica e della bellezza del modellato. Gli sviluppi delle tecniche pittoriche, soprattutto dei mezzi, con pigmenti più fini e resistenti, leganti più adeguati, permettevano infatti stupende possibilità realizzative che si sommavano ad una millenaria storia dello studio delle anatomie, della tridimensionalità, delle luci e delle ombre.
Così abbiamo pittori come Herbert James Draper (1863 –1920) , inglese, semisconosciuto ai più ma di eccelso valore, sia interpretativo, sia compositivo, sia per quello che riguarda la fervida immaginazione. Contaminato dal “preraffaellitismo” a causa della sua amicizia con John William Waterhouse (18949 – 1917), non fu pittoricamente puro, anzi spesso alternò levigatezza a pennellate frammentarie e corpose.
“Flying Fish” è un’opera di Herbert James Draper del 1910, forse non la sua più bella , forse non la più conosciuta dai suoi estimatori ma una delle più romantiche e fantasiose, dove la perfezione stilistica si mostra florida e si fonde con un lampo di poesia esistenziale che apre le porte all’inconscio e alla fantasia.
Non si può che ammirare la bellissima ragazza o forse sirena, come altre comparse nei quadri di Draper, che guizzante si eleva tra le onde per correre dietro a quei pesci, attimo prima prigionieri come lei del mare, adesso sfreccianti e incuranti nel cielo invitante. Non si può tralasciare di assaporare la freschezza dell’acqua scivolosa sulla sua pelle, che ne modella e percorre le forme creando invidia nelle menti bramose di lussuria, non si può non sospirare, ognuno per suo conto, al ricordo del proprio sogno che come la ragazza i pesci, vediamo sfrecciare nel cielo mentre noi cerchiamo invano di liberarci dall’esistenza grigia, avvolgente per seguirlo. Così Draper coglie quell’attimo in cui tutto sembra possibile, che i pesci volino, che la giovane possa saltare così alto da seguirli e magari acchiapparli, l’attimo delle speranze e delle certezze che si realizzeranno, prima che ricada tra i flutti e anche i pesci si rivelino per quelli che sono, appunto pesci, che volano per brevi periodi per poi ricongiungersi alla ninfa nel profondo mare.
Ma vedendo quell’attimo, l’attimo in cui tutto è possibile, noi ci immedesimiamo nella ragazza e per un attimo eternamente fissato su tela, anche per noi tutto è possibile.