Iacopo Cardillo, in Arte Jago, è un giovane scultore originario di Anagli, classe 1986.
La sua tecnica particolarmente raffinata e la sua inventiva unite si offrono in opere dove una esecuzione scultorea classica si somma a una vena decisamente surrealista.
Al suo attivo ha una partecipazione alla 54° Biennale di Venezia e l’onorificenza pontificia per il “Busto in marmo di Papa Benedetto XVI°” di cui resta imperdibile e significativo, il video della realizzazione.
Jago Video ——> Habemus Hominem
Le sue sculture non sono mai banali, ma ricercate e atte a catturare l’attenzione del pubblico con invenzioni dove il materiale usato ne fa spesso un paradosso.
La cura del dettaglio, la consumata virtuosità ne fanno poi degli oggetti che anche dopo il primo impatto emotivo, conservano una possibilità fascinante, una forza attrattiva grazie alla loro capacità di essere riscoperti continuamente nelle perfette rifiniture.
Jago parte dal blocco di marmo, come elemento “uovo” generante, ne mantiene spesso la forma per ricavarci corpi estranei ed estranianti.
Inutile negare che come in ogni opera surrealista, nelle opere di Jago la virtuosità dell’artista nel rendere reali i particolari dell’insieme che genera poi il soggetto irreale, è elemento essenziale della sua funzionalità.
Jago si trova a suo agio in questa corrente artistica e le sue invenzioni scultoree sembrano nascere spontanee anche quando c’è evidente una difficoltà tecnica felicemente superata.
Andare oltre i limiti della materia sembra essere uno dei principali obbiettivi di Jago, sondarne le capacità costruttive, affossarne i canoni esistenziali per trasformarla in impensabile brodo primordiale da cui può originare qualsiasi cosa, anche la più distante dal suo costrutto fisico.