Jeff Koons in Piazza della Signoria

Jeff Koons in Piazza della Signoria

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Jeff Koons – Pluto And Proserpina – 2013

 

Jeff Koons uno degli artisti viventi più quotati al mondo è presente nel Settembre 2015 a Firenze con due sculture.

In Piazza della Signoria, tra la copia inguardabile del “David” e quella di “Giuditta e Oloferne” del Donatello, anche questa copia, anche questa inguardabile, spicca fino al 28 Dicembre una sua scultura in acciaio inox alta più di tre metri e pesante 2,2 tonnellate: “Pluto And Proserpina”.

Posizione quanto meno impegnativa, Piazza della Signoria è un vero museo a cielo aperto dove fanno mostra importanti capolavori del Rinascimento e come se non bastasse, nella adiacente Loggia dei Lanzi ve ne sono di altrettanti imponenti e magnifici.

 

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Jeff Koons – Pluto And Proserpina – Piazza della Signoria

 

La “Fontana del Nettuno” dell’Ammannati, il “Monumento Equestre a Cosimo I°” del Giambologna, come “Il Ratto Delle Sabine”, “Ercole E Il Centauro Nesso”, “Ercole E Caco” di Baccio Bandinelli, il magnifico “Perseo” del Cellini fino ad arrivare, tralasciandone molti altri, a “Patroclo E Menelao”, copia de I° secolo D.C. di un più antico marmo greco, sono capolavori unici che farebbero tremare i polsi a un qualsiasi artista volenteroso di confrontarsi con la loro magnificenza rinascimentale.

A suo tempo alcuni artisti si sono arrischiati a farlo tra i commenti contrariati della gente. Già nel Giugno del 1999, Botero riempì la piazza di una trentina delle sue paffute sculture, certo molto diverse dai perfetti marmi scolpiti più di quattro secoli fa stanziali in sito. Esperimento sempre interessante: mescolare Arte contemporanea e classica è un modo per rivitalizzare entrambe ed è sempre uno spettacolo, soprattutto se, l’artista scelto è valido e se la mostra è temporanea.

 

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Botero – Piazza della Signoria – 1999

 

Jeff Koons ha voluto invece presentarsi nella culla del Rinascimento con un’opera in cui è forte la citazione classica, per quanto questo sia possibile in un artista tipicamente made in U.S.A., che ha insito nel suo d.n.a. la voglia di stupire con effetti speciali, di scandagliare tendenzialmente il presente e rappresentarlo nel modo più eclatante possibile. Non si può che apprezzarne il coraggio.

Pluto And Proserpina”è una gigantesca massa di acciaio inox certo indistruttibile, confrontata agli altri fragili marmi e bronzi tra l’altro continuamente esposti alle intemperie.

 

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Jeff Koons – Pluto And Proserpina – 2013

 

Dalla superficie dorata riflettente, è in verità un’opera ben progettata e forse, se fosse stata realizzata in altro materiale, potrebbe risultare interessante. Una scultura dall’anatomia funzionale, aggraziata, compositivamente ricca. Lo scintillio del metallo ne fa però una scultura in cui sono difficilmente individuabili le fattezze, presentando il tutto come un vortice luccicante spiraliforme che se da una parte la impongono tra i monumenti di Piazza della Signoria e ne catturano la scena come una lampadina fra le candele, dall’altra ne dimostrano l’inferiorità del modellato sul piano anatomico per la mancanza dell’approfondimento e la cura dei dettagli, l’approssimazione della muscolatura, la mancata leggiadria dei panneggi.

 

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Jeff Koons – Pluto And Proserpina (particolare) – 2013

 

Si sente forte ma libera, l’ispirazione dovuta al “Ratto di Proserpina” del Bernini, scolpito nel 1622 di cui ricorda la posa speculare, ma lo stile di Koons, evita il confronto diretto con l’estetica rinascimentale e trasforma la sua opera in una interessante, visione trascendentale, eliminando dalle fattezze qualsiasi riferimento terreno, rendendo l’opera, una icona tridimensionale, omaggio alla spiritualità del dio Plutone piuttosto che esaltarne la possente carnalità come invece si prefisse di ottenere il Bernini.

In effetti, l’opera di Koons si pone decisamente in contrasto con la visione classica che fin dall’antichità ci ha imposto raffigurazioni degli dei, sia nella scultura, sia nella pittura, come incarnati in statuari, corpi perfetti dalle sembianze umane. Koons con la scelta del materiale usato, mette in evidenza nell’effetto del metallo cromato, la diversità della natura divina, distaccandosi dalla figura dei maestosi colossi. Una scelta rappresentativa tanto scontata quanto paradossalmente unica e innovativa.

 

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Gian Lorenzo Bernini – Ratto Di Proserpina – 1621/1622

 

Infine per suggellare la sua appartenenza all’estetica Pop e forse per non contraddire la sua innata voglia di essere descrittivo nelle sue opere dell’esistere “qui adesso”, Koons non manca di disseminare la composizione di mazzetti di fiori bianchi, molto kitsch, un po’ perché il mito di Proserpina narra che al momento del rapimento stava raccogliendo fiori, un po’ perché, guarda il caso, Il simbolo di Firenze è il candido giglio …. L’opera è del 2013, realizzata prima di pensare ad esporla a Firenze?….che fortunata coincidenza!

“Gazing Ball” (Barberini Faun) del 2013, è l’altra scultura che Koons presenta a Firenze, questa volta nella Sala del Giglio in Palazzo Vecchio, accanto all’originale in bronzo “Giuditta E Oloferne”(1457) di Donatello, per l’occasione in preda allo sconforto.

La scultura in gesso fa parte della serie “Gazing Ball”.

“Gazing Ball (Barberini Faun)” del 2013 è un gesso che vuole ricopiare il “Fauno Barberini” o “Satiro Ubriaco”, stupefacente statua in marmo del 220 A.C. ma probabile, visto la perfezione delle forme, copia di una più antica greca. Fu ritrovata a Roma nel 1624 e restaurata dal Bernini.

 

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Jeff Koons – Gazing Ball (Barberini Faun) – 2013

 

Considerati i mezzi tecnici a disposizione degli artisti che spesso vengono usati per dare vita a copie di sculture, “Gazing Ball” è una copia scadente del marmo antico, che potrebbe avere una sua dignità solo se fosse modellata a mano dall’artista. Non dettagliata o meglio, non approfondita nei dettagli, la scultura in gesso, imita le proporzioni e la posa tralasciando tutto quello che fa della scultura originale, un capolavoro.
La serie di sculture “Gazing Ball” di Koons, è infatti costituita da copie di modelli antichi in cui l’artista ha inserito le sue sfere azzurre trasparenti, riflettenti.

 

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Fauno Barberini – 220 a.c.

 

Il pensiero di Koons si fa interessante quando dona alle sfere azzurre il significato del cosmo, nei confronti del quale tutti devono sentirsi parte e rispecchiarsi, valutando la propria reale entità esistenziale infinitesimale.

La posizione della sfera è arrischiata e in bilico sul ginocchio di sinistra, come simbolica di una sensibile consapevolezza individuale di caducità dell’essere che vi si rispecchia, della preziosità e precarietà dell’esistenza, concetto espresso anche dal fragile materiale di cui è fatta.

Le “gazing balls”, spiega Koons, sono per lui oggetti scoperti nell’infanzia, quando bambino le vedeva adornare la sua casa in Pennsylvania. Furono inizialmente prodotte dalle artistiche vetrerie veneziane nel XIII° secolo, divennero famose nel XIX°, sotto Ludovico II° di Baviera che le usava per impreziosire i giardini di palazzo, da qui esportate in America.

 

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Jeff Koons – Gazing Ball (Ercole Farnese) – 2013

 

Per Koons sono simboliche non solo di una spensieratezza fanciullesca ma di un confronto con se stessi, in cui ci vediamo riflessi come siamo con tutto ciò che ci sta intorno, prova a cui i fanciulli si sottopongono con tranquillità e meraviglia, ma da cui si può uscire sconfortati o sorpresi perché a questa visione non può sfuggire la verità più profonda.
Al riguardo, afferma Koons:

“ La serie denominata Gazing Ball ha alla base lo ‘sguardo del filosofo’ che giunge alla trascendenza attraverso i sensi per poi dirigere la nostra visione verso l’eternità tramite la pura forma e l’idea.”.

In una sorta di interpolazione con l’entità spazio-universo rappresentata dalla sfera, Koons afferma la presa di coscienza dell’essere umano della sua inclusione nel creato attraverso il contatto dei sensi (visuale, della forma riflessa) e il riversarvi tramite questo contatto-riflesso la propria forma-idea in uno scambio tra l’essere e l’iperuranio.

Tematica interessante , ma la verità sembra essere altra. Da “Made in Heaven”, presentato alla Biennale di Venezia nel 1990, dove Koons espose statue e foto di Ilona Staller “Cicciolina”nuda a “Gazing Ball”, non possiamo che prendere atto della coerenza artistica di Koons nel rifilarci (a noi italiani) cose per noi vecchie e scontate, riadattate, facendole passare per capolavori. Soprattutto, facendole lievitare di valore (sospinte dal fruscio di un mare di dollari), come fosse eletto dai mercanti dell’Arte  quale “re Mida” che qualsiasi cosa faccia o tocchi possa trasformare inevitabilmente in oro.

 

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Jeff Koons – Pluto And Proserpina – Piazza della Signoria

 

Piazza della Signoria risplende per qualche mese di una nuova luce, giallo-oro-cromato, esperimento interessante, coraggioso, accostamento ardito, confronto impari.

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