Si sfonda una porta aperta presentando Jeremy Mann come uno tra gli ottimi artisti nel campo della pittura figurativa. Classe 1979, dell’ Ohio, Jeremy Mann anche se giovanissimo sfoggia uno stile pittorico degno di un artista consumato, i suoi quadri urbani fanno colpo sia per il soggetto ancora raro nella pittura contemporanea, sia per la tecnica personale.
Di grande impatto emotivo per i colori elettrici mescolati al grigio dei palazzi e dell’asfalto, la sua pennellata descrittiva, indagatrice delle superfici, coglie le luci, le ombre, le lamiere delle auto e le immortala in fotogrammi dalle luci fluorescenti, incarnando la velocità dell’azione, lo sfrecciare delle macchine, il frenetico movimento della metropoli o i suoi bui e nebbiosi, causa smog, mattini.
Linee di colore taglienti mostrano un ordine precostituito nelle tele rotto poi da quello che è l’anima del quadro: il movimento frenetico degli eventi umani, che lo anima, lo rende vivo, sublimemente descritto da precise pennellate che ne colgono i valori essenziali, ma lo raccontano in maniera vibrante.
L’altro soggetto caro a Jeremy Mann è la donna, seminuda o vestita.
In questo caso sfoggia una tecnica degna dei pittori classici, le macchie di colore la compongono con apparente semplicità incastonata in mosaici di strappi cromatici o in sfumature tonali sovrapposte che da sole incantano, formando un quadro astratto all’interno del quadro principale e solo in un secondo momento servono da sfondo.
Particolareggiate e perfette, in alcune tele si distaccano dall’Iperrealismo solo per velocità del colpo di colore, in altre invece l’interpretazione personale fornisce le modelle di un’anima viva, risplendente quale l’Arte vera richiede, superando la semplice descrizione pittorica a vantaggio di una esposizione più libera ma puntuale ed efficace nell’analisi e nelle accentuazioni cromatiche delle particolarità da cui l’occhio umano è colpito, differenziandosi dal freddo obbiettivo fotografico o dalla semplice illustrazione.
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