La complessità di “Nudo Con Albero” di Mario Sironi

La complessità di “Nudo Con Albero” di Mario Sironi

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Mario Sironi – Nudo Con Albero – 1930

 

Nudo Con Albero” dipinto alle soglie di una insospettata quanto sorprendente svolta espressionista avvenuta nel 1931, è stato presumibilmente finito prima, nel 1929 o forse nel 1930. Di lì a poco oltre alla brevissima quanto criticata e non apprezzata parentesi emotiva, Sironi (1885-1961) darà inizio alla serie delle splendide pitture murali.

Questo dipinto è contestualizzato in quella frazione temporale in cui il pittore è ancora coinvolto nel gruppo del “Novecento Italiano” del quale fu fondatore nel 1922 con Bucci, Dudreville, Fumi, Malerba, Marussig e Oppi, dopo aver superato le esperienze futuriste proclamate nel 1913.

Da sempre coinvolto nei movimenti artistici e politici di rilievo, Mario  Sironi fu subito un sostenitore della politica mussoliniana, scrivendo e partecipando attivamente, fino ad aderire alla Repubblica di Salò nel 1943.

Pittore, scrittore, giornalista, la sua fortuna fu legata all’ascesa del fascismo e quando questo fu offuscato dai disastri della guerra, anche la sua fama ne risentì, ma mai fu messa in discussione la sua qualità d’artista.

Nudo Con Albero” è un quadro di 80×60 cm, decisamente drammatico, straziante e denso di pathos, insospettabilmente complesso.

Il dipinto ha le caratteristiche classiche della pittura di Sironi: la sintesi pittorica che individua perfettamente i volumi senza scendere nel dettaglio, la posa statuaria, il cromatismo finemente ricercato dove manca l’eccessiva vivacità e predomina l’austera compostezza tonale, la composizione semplice ad un primo impatto ma ricercatissima e studiata nei particolari.

 

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Pablo Picasso – Tre Donne Alla Fontana – 1921

 

Sironi in quest’opera, forse risente delle influenze del primo Campigli (“Le Cucitrici” 1925) e del Picasso dei primi anni ’20 (“Tre Donne Alla Fontana” 1921, “La Grande Bagnante” 1922), il suo nudo è infatti ancora più massiccio, dalle membra possenti, il dorso compatto. La tenue, esile femminilità che rifugge ai suoi soggetti in ogni opera, qui è del tutto assente, stranamente antitetica al soggetto allegorico che invece sembrerebbe richiederla: la “niobide”, fanciulla, figlia di Niobe.
Fianchi e cosce formano un tutt’uno, pesanti come un macigno posato sulla nuda terra, ce ne ricordano la consistenza, più del tronco sullo sfondo di cui riprendono la silhouette in un chiaro riferimento speculare.

Il soggetto ad una prima occhiata semplice, si rivela in realtà incredibilmente articolato, sia nella composizione, sia nella interpretazione sironiana e carico di riferimenti allegorici e mitologici.

L’intreccio compositivo tra l’albero sullo sfondo e la figura di donna in primo piano, rivela uno sdoppiamento del soggetto nella sua rappresentazione emotiva ed umana che si ritrova principalmente nella cultura mitteleuropea e nordica (Egon SchieleProfeti, Doppio Autoritratto” del 1911) ma anche nella letteratura latina, riferito al mito del “Doppelgänger”, secondo cui l’essere doppio, si presenta con le stesse fattezze a colui che è prossimo alla morte.

 

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Egon Schiele – Profeti, Doppio Autoritratto – 1911

 

Questo espediente permette anche una maggiore possibilità di indagine psicologica. Così la giovane figlia di Niobe, ricalca le forme dell’albero spoglio, dai rami amputati, grigio, privo di vita o morente e anch’essa è infatti oltre che sull’atto di lasciare l’esistenza terrena, privata della sua linfa vitale già prima di essere uccisa. La storia narra infatti della strage contemporanea di tutti i suoi familiari.

 

Mario Sironi – Nudo Con Albero (particolare) – 1930

 

Per la sua versione della raffigurazione mitologica, Sironi ricostruisce la posa della “Niobide”, statua rinvenuta nel 1906 a Roma, negli Horti Sallustiani, forse lì sepolta per nasconderla alla furia dei barbari nel IV° secolo D.C. . La data della sua fattura è però antecedente, si pensa risalga al V° secolo A.C. e si reputa sia stata trasportata a Roma dall’imperatore Augusto, probabilmente in origine faceva parte del frontone del tempio di Apollo in Grecia.

La Niobide degli Horti Sallustiani” è una statua di pregevole fattura, dalla posa particolare ed illustra quello che è il mito di Niobe.
La regina greca Niobe fu accusata di mostrare vanto pubblicamente per essere più prolifica della dea Latona, fu così uccisa assieme ai suoi sette figli a colpi di freccia da Apollo e Artemide per volere della loro madre dea adirata.

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Niobide degli Horti Sallustiani – V° sec. A.C.

La statua ha una posa curiosa e si capisce il mistero che la anima solo conoscendo la triste storia dei “Niobidi” ovvero della regina Niobe e i suoi figli: inginocchiata, con le mani che si toccano dietro la schiena e la testa piegata all’indietro coperta da una smorfia di dolore, “La Niobide” (una figlia di Niobe) è infatti ritratta nell’atto vano di estirparsi la freccia scagliata da uno dei figli di Latona che l’ha colta al centro della schiena. La freccia non c’è, forse non c’è mai stata oppure probabilmente è andata perduta e la sua assenza rende ancora più misteriosa la scultura a chi non conosce la storia.

Un entusiasmante percorso culturale pone Sironi alla ricerca di una strutturazione del quadro che riassume la serie di considerazioni mitologiche-allegoriche unite ad una forte componente emotiva e stilistica.

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Mario Sironi – Nudo Con Albero (particolare) – 1930

La sua opera ospita la giovane dipinta in una simile, enigmatica posa: la figura inginocchiata, il panneggio che ricopre un arto inferiore, il torso massiccio, l’espressione di martirio, le braccia piegate all’indietro alla ricerca di un tormento inaspettato, appunto il dardo, che l’ha colta alle spalle nella fuga.

Il paesaggio rispecchia la triste atmosfera del racconto e dai monti squadrati all’albero pietrificato nella stessa drammatica posa, riassume il dolore espresso nel volto della giovane.

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Mario Sironi – Nudo Con Albero (particolare) – 1930

Dipinto con le sue solite pennellate modulate e volumetriche e composto in una posa statuaria anche questa caratteristica sironiana, in “Nudo Con Albero”, Sironi ci propone un elaborato esempio della corrente classicista novecentesca che tendeva alla purezza della composizione, al ritorno alla classicità della figura, a una rielaborazione dei suoi modelli riadattati con una sintesi formale più attuale e all’attenzione nei soggetti per la rappresentazione allegorica della mitologia.

Questo è “Nudo Con Albero” di Mario Sironi“.

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2 Risposte a “La complessità di “Nudo Con Albero” di Mario Sironi”

  1. Mario Sironi è stato un Mussoliniano, ma mai un Fascista. Il primo Mussolini, per intenderci, quello
    Socialista rivolto al Lavoro e alla Famiglia.
    Dopo decenni dedicati alla sua riabilitazione, ci voleva una Antologica come quella del Vittoriano di
    Roma per contribuire ad inserire Sironi nel ristretto gruppo dei grandissimi. Un gruppo che ne comprende al più altri due.
    Il marchio del Fascismo lo ha segnato per tanti, troppi anni e adesso sembra finalmente evaporato.

    1. Nati negli anni ’70, non abbiamo conoscenza del periodo storico se non attraverso testimonianze. Consci del fatto che la storia la fanno i vincitori, cerchiamo di mantenere un approccio equilibrato nella critica artistica contestualizzata in quel periodo. E’ facile per un giovane che vede la possibilità del suo paese di risorgere dalle macerie farsi trascinare in un’avventura potenzialmente entusiasmante e promettente ma che poi si è rivelata tragica quale è stata quella mussoliniana. Sono molti gli artisti, giornalisti, scrittori che ne hanno fatto parte, noi cerchaimo di illustrare l’aspetto artistico dei personaggi di spicco protagonisti al tempo e che il tempo ha giudicato degni di essere chiamati Artisti indipendentemente dalle connotazioni politiche. La ringraziamo per la precisazione, puntuale e forse doverosa.

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