Egon Schiele, pittore fortemente criticato per la presunta condotta immorale ed i disegni audaci, nella seconda parte della sua produzione artistica, si concentra sulla ritrattistica ed i risultati sono anche in questo caso eccezionali, la sua pittura continua a fare scuola.
Il matrimonio forse ha assopito le cocenti passioni che riversava sulle tele e sui fogli dando vita a linee contorte e sensuali (il tratto di carboncino che lo ha reso famoso), le sue figure non sono più ragazze nude che si offrono allo spettatore con generosità, ma sono gli amici e personaggi influenti del tempo che una ritrovata e sapiente coloristica fiammeggiante descrive in pose a volte esplicative del personaggio stesso. Schiele ne sonda i tratti somatici come sonda il loro inconscio e li descrive con pannellate vive e vorticose incastonandoli in un contesto che ne esalta la vitalità.
Il cambio di stile è ancora più evidente nelle opere in cui continua a rappresentare corpi femminili. Schiele usa una tecnica più “classica”, la pittura è a olio su tela, la pennellata è ancora vigorosa ma più distesa, l’inquadratura è meno ricercata, la composizione più semplice, le pose meno contorte, più pudiche.
“L’abbraccio” del 1917, “Donna Distesa” e “La Famiglia” dello stesso anno, rivelano una nuova emotività, più sentimentale, meno fisica e sensuale paragonati ai disegni di donne degli anni precedenti.
La maturità artistica coincide con una nuova concezione pittorica, in cui la materia cromatica è più corposa diversamente dai nudi di donna eseguiti a carboncino e acquerello su carta che lo hanno reso inconfondibile.
Al pubblico è dato di scegliere quale sia la fase creativa più interessante di Egon Schiele.
Egon Schiele morì nel 1918 assieme alla mogli e al figlio quando, sul finire della I° Guerra Mondiale, la popolazione stremata fu gravemente colpita da un’epidemia influenzale detta “Spagnola” che contagiò circa 500.000.000 di persone e ne uccise circa 50.000.000 in tutto il mondo.