Tobias Putrih nasce in Slovenia nel 1972 ma vive e lavora tra Cambridge e New York. La fama internazionale l’ha raggiunto grazie alle sue installazioni realizzate in materiali leggeri, fragili usati comunemente nell’imballo di oggetti.
Polistirolo, compensato, cartone, compongono le sue sculture dall’aria precaria e temporanea. Putrih ce le mostra, piccole o grandi che siano, elaborate o minimali, fluttuanti, surreali o monolitiche e colpiscono non solo per i materiali ma per l’uso che ne fa.
Le sue sculture di cartone spesso esulano dalla forma consona parallelepipeda in cui siamo abituati a vederlo per ramificarsi in costruzioni verticali, o deformarsi in stratificazioni finissime sovrapposte che nella loro finalità visiva astratta, declinano ogni caratteristica di tale materiale per trasformarsi nell’illusione virtuale di una granitica, naturale porzione di pietra o stalattite.
Alla ricerca di conformazioni particolari e astratte, Putrih si sofferma sull’aspetto che questi fragili materiali fabbricati dall’uomo e innaturali possono ottenere imitando porzioni di natura, le solide conformità geologiche o le escrescenze rocciose.
Da qui Putrih spicca il volo per una ricerca che vede protagonista l’architettura visionaria di Lloyd Wright, Buckminster Fuller e Adolf Loos, per poi andare a sondare la possibilità rappresentativa di pensieri filosofici contemporanei.