Sono molti gli scultori che anche in questo secolo si sono cimentati nella costruzione di monumenti non fini a se stessi ma atti ad enfatizzare quella che è uno degli elementi base dell’esistenza: l’Acqua.
Dalla famosissima “Fontana Di Trevi” a Roma, alla più contemporanea fontana di Folon a Firenze, alla maestosa, tecnologica fontana di Jaume Plensa o all’”Appennino” del Giambologna, le fontane sono state un polo d’attrazione che risaltano col loro fiotto, la scultura, qualunque essa sia.
Malgorzata Chodakowska è una scultrice polacca nata a Łódź.
Nel 1988 frequenta lo Studies of sculpting all’ Academy of Fine Arts di Vienna. Con alle spalle una carriera ventennale, nel 2015 inizia a dedicarsi esclusivamente allo studio della scultura in funzione di fontana e si inoltra nella materia cercando di sfruttare il getto d’acqua non solo come abbellimento del monumento ma come sua parte, che lo completi e che ne sia essenziale struttura portante.
Il materiale che usa solitamente è il bronzo.
Malgorzata Chodakowska è affascinata dal corpo umano, in particolare dalla figura femminile, la usa in pose studiate dove talvolta l’acqua sprizza in rivoli sottili o semplici gocce, altre volte invece il getto d’acqua è massiccio, sapientemente modulato in modo da assumere forme particolari che completano l’opera nelle sue parti essenziali.
Scartata la magnificenza delle fontane rinascimentali, le sue sono opere più contenute dove la spiritualità acquista un suo valore imprescindibile. Immobili, in pose ascetiche o in equilibrio precario, i suoi soggetti sembrano donare non acqua ma liquido vitale, tanto è il risalto con il quale viene trattato anche il minimo zampillo.