Natali Vaxberg Cohen – Shit instead of blood -2014

lJ83Qxv Vedi il video—–> https://www.youtube.com/watch?v=flfUvPyLVZI

E’ possibile applicare censure all’Arte? No. La risposta è secca. Chi decide che qualcosa sia Arte o non lo sia? La risposta a questa domanda è più complessa e personale. Io credo che sia Arte quello che ha un significato, che non lascia indifferenti, che ci aiuta a creare nuove strutture di pensiero, che ci fa apprezzare le cose belle esaltandole e che ci indica anche il brutto o quello che non va, perchè il primo passo per risolvere un problema è sempre ammettere che esista.

Natali Vaxberg Cohen, performer israeliana, è conosciuta per il suo attivismo anti israeliano dalle tinte forti. Le sue performance sono sempre al limite, non si nasconde, in lei non c’è nessun tentativo di dissimulare un pensiero fortissimo e il modo di esprimerlo senza limiti o autocensure.


Come molti altri Israeliani, si oppone proclamando il suo dissenso al massacro continuo nella terre di Palestina- Israele.

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Sono moltissimi gli artisti che si avvalgono del proprio corpo, spesso del nudo per esprimere pensieri e, specialmente se sono ragazze gradevoli, trovano facile consenso nelle platee. Le idee espresse sono però a volte carenti, assurde, povere di contenuto al punto da non giustificare il mettere in gioco il proprio corpo in una sorta di pseudo-prostituzione non si sa quanto artistica.


Natali Vaxberg Cohen è stata condannata a 30 giorni di arresti domiciliari nella sua residenza di Tel Aviv per aver profanato un simbolo nazionale. La causa è il video “Shit instead of blood” che ha pubblicato on line il 18 Luglio scorso, poco dopo l’incursione israeliana nella striscia di Gaza. Nel video è ripresa nell’atto di defecare su alcune bandiere nazionali tra le quali quelle di Israele, Palestina, Francia, Stati Uniti e Regno Unito.

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Dopo una precedente performance era già entrata nel mirino della polizia israeliana e bollata come esponente di estrema sinistra per il video “The Holocaust’s visit to Yad Washem”. In questo filmato girato a Yad Washe, Natali Vaxberg Cohen impersonifica l’Olocausto, l’entità stessa che genera olocausto e in queste vesti proclama:


“Io sono l’Olocausto, la cosa migliore che sia mai successo a te!”


rivolta agli Israeliani e ai visitatori del Museo-Testimonianza ufficiale dell’eccidio nazista . L’accento è ironico: senza l’Olocausto non ci sarebbe stato l’accordo internazionale che fece ottenere agli Israeliani la terra di Palestina e non potrebbero giustificare il nuovo olocausto che si sta consumando. La critica è forte, i toni sono alti.
Il messaggio che trasmette è troppo importante e va oltre il valore estetico di una giovane e piacevole ragazza che si mostra alle telecamere per l’appagamento di una pulsione egocentrica, diventa un mezzo espressivo valido.

lJ83QxvVedi il video—–> https://www.youtube.com/watch?v=flfUvPyLVZI


Ogni volta che qualcuno lancia un messaggio contro uno sterminio è degno di essere ascoltato. l’Artista escogita il modo, eclatante se è il caso, affinchè possa arrivare al maggior numero di persone possibile. Se il messaggio è importante, allora anche il mezzo di comunicarlo può assumere aspetti grotteschi, pornografici, fuori dalla legge, non etici, antiestetici perché è risaputo che lo scandalo è il modo migliore per pubblicizzarlo.

Dietro una maschera di perbenismo si nasconde una guerra sporca dove le vittime sono innocenti o colpevoli per il solo fatto di essere nati, il conflitto Israelo-Palestinese è una vergogna e  non tutti vogliono guardare dall’altra parte.


Natali Vaxberg Cohen è un’artista? Sì.


 

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