Andrea Martinelli nasce a Prato nel 1965.
Si diploma all’Istituto d’Arte di Porta Romana di Firenze nel 1988.
Si impone al grosso pubblico per i suoi ritratti di grosso formato (in media 100x150cm).
Andrea Martinelli percorre la via aperta dai “Fotorealisti” statunitensi, come Chuck Close che già nel 1973 si esibiva in virtuosismi pittorici riproducendo su scala gigante foto di volti in ogni minimo dettaglio, inizialmente in variazioni tonali di un unico colore, poi riproducendo fedelmente anche la ricetta cromatica, dando vita a fototessere enormi.
I “Fotorealisti” come anche Ralph Goings già nel 1978, si cimentavano in pitture di oggetti, nature morte o visioni metropolitane con una fedeltà alla fotografia assoluta.
L’evoluzione della tecnica fotografica, la maggior precisione nella messa a fuoco e nella resa dei dettagli dovuta agli apparecchi digitali, è stata fondamentale ausilio agli artisti seguaci di questo stile. In seguito, un ulteriore passo avanti è stato fatto fino ad arrivare al moderno “Iperrealismo” dove alla perfezione fotografica si è aggiunto un maggior splendore del modello di partenza, ovvero la foto è spesso ritoccata nei colori e nelle luci su computer per mezzo di attuali programmi di grafica e dopo riprodotta manualmente con la pittura.
Ha ancora senso riprodurre fedelmente una foto?
La risposta di Andrea Martinelli è no.
Martinelli si distacca dagli Iperrealisti e dai Fotorealisti, mantenendo di questi solo il grosso formato.
La sua pittura è infatti dettagliata, perfetta ricercata in ogni minima piega della pelle ma va oltre la visione fotografica esprimendo il bisogno di imporre la propria interpretazione pittorica emotiva a discapito della ineccepibile copia.
Indagatore dell’animo umano, psicologo dell’icona, Martinelli dipinge espressioni caratterizzanti, sguardi comunicativi scavando nei lineamenti per dare maggior forza emotiva.
C’è sempre un messaggio negli occhi dei soggetti di Martinelli, scontrosi, sorpresi, crucciati, scostanti, sorretti da una interessante tecnica e una coloristica che lo caratterizzano. Martinelli impone la sua personale visione dei volti ricoprendoli dell’anima di chi li possiede, come se non dipingesse la visibile pelle ma, come un guanto rigirato, ne mostrasse il contenuto emozionale.
Oltre la nozione Iperrealista, fonde l’attenzione per il grande formato e il bisogno maniacale del perfetto dettaglio con una concezione emotiva dell’Arte, unisce un importante espressionismo cromatico con la volontà di affermare la contaminazione emotiva e rivendica la necessità di mostrarsi in una interpretazione personale che vada oltre la semplice, virtuosa copia della realtà.
Martinelli ribadisce nelle sue tele, l’unicità dell’azione artistica, la riconoscibile lettura individuale del soggetto quale espressione caratterizzante dell’opera d’Arte.
Lavori fantastici, realismo perfetto impressionante.
E’ da ricordare che le opere di Andrea Martinelli sono state esposte alla 54° Biennale di Venezia nel 2011.