Piero Tacca – La Fontana Del Porcellino – Firenze

Piero Tacca – La Fontana Del Porcellino – Firenze

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Piero Tacca – La Fontana Del Porcellino – 1633

Tra la miriade di monumenti, piazze, stupende chiese, musei, meraviglie a cielo aperto che si possono ammirare a Firenze, ce n’è uno, forse non all’altezza del David di Michelangelo per qualità artistica, ma pari per fama tra i turisti ai luoghi più caratteristici della città culla del Rinascimento: “La Fontana Del Porcellino”.

Passeggiando per via Calimala, prima di sboccare su Ponte Vecchio, all’altezza dell’incrocio con via Porta Rossa, si trova la “Loggia del Porcellino”, una struttura rettangolare sorretta da archi, 4 di lato e tre di base che si incrociano nell‘interno ed originano uno stupendo soffitto adornato di volte a crociera.

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Giovan Battista Del Tasso – Loggia Del Porcellino – 1547/1551

La “Loggia del Porcellino” costruita tra il 1547 e il 1551, fu progettata da Giovan Battista Del Tasso (1500-1555) per il Mercato Nuovo, luogo di vendita di sete e oggetti preziosi.

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Giovan Battista Del Tasso – Loggia Del Porcellino – 1547/1551

Pieno di simboli storici, ospita al centro “la pietra dello scandalo”, rifacimento di una ruota del carroccio, simbolo fiorentino. Sulla pietra, veniva posizionato il carroccio intorno al quale si riunivano le truppe prima di dare battaglia. In epoca rinascimentale, fu anche luogo di una specie di gogna destinata a chi era insolvente, da qui il nome.

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Loggia Del Porcellino – particolare della “Pietra dello Scandalo”

Ma la peculiarità della loggia è l’ospitare il bronzo di Piero Tacca (1577-1640), grande e talentuoso scultore bronzista, miglior allievo del Giambologna. Tra le sue opere, i famosissimi “Quattro Mori” del monumento in piazza Micheli a Livorno del 1626, il monumento equestre a Ferdinando I° de Medici in piazza Santissima Annunziata, quello a Enrico IV° re di Francia e Filippo III° di Spagna e la fontana di piazza Santissima Annunziata.

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Piero tacca – Quattro Mori – 1626

 

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Piero Tacca – Fontana in piazza Santissima Annunziata

La Fontana Del Porcellino” è sicuramente l’opera di Piero Tacca più conosciuta nel mondo. Fu fusa in bronzo nel 1633 ma Piero ne riprese le forme da una copia romana di una scultura ellenica in marmo molto più antica, donata a Cosimo I° da Pio IV° nel 1560, raffigurante un cinghiale.

Di squisita fattura nelle forme, le proporzioni e i particolari del pelo irto, “Il Porcellino” mostra tutta la valenza tecnica del Tacca, che si sbizzarrisce nel rendere perfetti i dettagli anatomici della testa e della posa plastica aggraziata.

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Piero Tacca – La Fontana Del Porcellino – 1633

La statua bronzea fu trasformata in fontana pochi anni dopo il suo collocamento in loco, in modo da servire ai mercanti che esponevano le loro merci sotto la loggia. Rimaneggiata più volte nella base che recentemente è stata sostituita e rifusa, “La Fontana Del porcellino” è divenuto una tappa obbligata dei turisti, che si affollano nel toccare il naso del cinghiale, riconosciuto come augurante buoni auspici. Il rito benaugurale è completato dalla messa nella bocca di una moneta che se nel cadere non finisce nella grata della fontana, sarà portatrice di future fortune.

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Piero Tacca – La Fontana Del Porcellino (particolare) – 1633

Al di là della scaramanzia che lo accompagna , il bronzo è effettivamente di pregevole fattura, continuamente lucidato sulla punta del naso per lo strofinare dei turisti, è decisamente più elaborato e dettagliato delle varie copie che ci sono in giro per il mondo.

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Fontaine du sanglier – Place Richelme a Aix-en-Provence, Francia

Il Porcellino” è infatti forse più famoso all’estero che in Italia, dove se ne trovano diverse copie: nel parco del castello di Enghien in Belgio, in Place Richelme a Aix-en-Provence in Francia, altre due a Monaco di Baviera, un’altra si trova davanti all’Ospedale di Sydney in Australia.
Infine una copia è stata donata dal comune di Firenze al comune di Grosseto.

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Copia del Porcellino – Sydney Hospital, Australia

Ma le particolarità del bronzo fiorentino non finiscono qui, è assodato e testimoniato da una targa in marmo che fu il suddetto porcellino ad ispirare una delle fiabe di Andersen il quale, tra il narrare della sirenetta e le peripezie di Hansel e Gretel, trovò il tempo di scrivere “Il Porcellino D’Oro”, forse non la sua più bella e conosciuta fiaba, ma sicuramente la più ricca di descrizioni dei monumenti fiorentini.

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Targa in memoria di Hans Christian Andersen

Infine “Il Porcellino” recentemente ha varcato la manica e sfondato nel cinema, facendo varie apparizioni nella saga di Harry Potter: in “Harry Potter e la camera dei segreti”, è nel salone d’ingresso della scuola di Hogwarts; in “Harry Potter e i doni della morte”, è all’interno della stanza delle necessità e fanno capolino due copie del famoso cinghiale fiorentino, per l’occasione provvisto di ali, sulle colonne del cancello all’entrata di Hogwarts.

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Il porcellino nel film di Harry Potter all’entrata di Hogwarts.

Tutto questo fa sì che l’interessante architettura di arredo urbano che costituisce “La Loggia Del Porcellino”, vada oltre il suo semplice valore artistico, facendone un punto caratterizzante di una delle città più conosciute per la sua ricchezza culturale e storica.

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Piero Tacca – La Fontana Del Porcellino – 1633

Ne sono testimoni i moltissimi che si affollano ogni giorno intorno alla fontana bronzea che spicca fiammante tra il viavai dei turisti e dei passanti, situata sul lato sud della loggia, dove tra l’altro c’è un altro

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Bancarella di lampredotto alla “Loggia Del Porcellino”

monumento storico fiorentino: una delle bancarelle di lampredotto più famose della città (segnalata anche su Google Maps)……. Cos’è il lampredotto? Non si può spiegare, va mangiato!

 

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