Nel 1855 il livornese Fattori fece parte del nucleo costituente di quel gruppo di pittori in seguito denominati Macchiaioli.
Come accade per gli Impressionisti l’espressione denigratoria di “Macchiaioli” affibbiatagli nel 1862 in occasione dell’esposizione fiorentina, divenne la definizione dei pittori che avevano scelto una pittura di macchie, abolendo le linee, i punti, i contorni a favore della pennellata più viva.
Nel 1888 Plinio Nomellini, altro livornese, dipinge “Il Fienaiolo”, il primo quadro Postmacchiaiolo: la scuola Macchiaiola si evolve a favore di una più evidente rottura della figura e una pennellata vivace ispirata agli Impressionisti come Manet e Pissarro.
Sulla scia di questo movimento che si dimostrerà più interessante di quanto fosse stato giudicato sul nascere, Renato Natali imbocca la strada stilistica personale che lo porterà nel 1920 a far parte dei fondatori del Gruppo Labronico, un insieme di pittori con stili a volte diversi che avevano come obiettivo rivalutare l’Arte livornese.
Renato Natali (1883-1979) non si può definire un pittore Macchiaiolo, il suo stile va anche oltre l’evoluzione Postmacchiaiola, ma ne apprese e ne enfatizzò lo spirito. I suoi quadri possono sembrare ad un occhio non esperto meno interessanti di quelli dei compagni di avventura stilistica, ma in realtà Natali ne incarna perfettamente gli ideali estetici anzi li approfondisce quasi a diventarne l’esempio più eclatante di pittore di macchie.
La tecnica usata prevalentemente dai pittori livornesi non prevedeva la levigatezza delle superfici dipinte, la sfumatura di colore ma la pennellata istintiva, decisa e istantanea.
La maggior parte dei lavori sono eseguiti all’aperto, raffigurano piazze, folle di personaggi, vedute della città di Livorno, dipinti velocemente perché spesso i soggetti erano in movimento e i quadri dovevano ricreare non solo i colori ma anche la vitalità e la luce delle strade.
Per questo stile di pittura è necessario avere alle spalle un background tecnico notevole. Natali si trova a suo agio nella pittura di macchia, come un cronista ci racconta la vita delle strade, dei signori e del popolo all’inizio del‘900.
La sua caratteristica principale è il dipinto notturno, paesaggi spesso solitari, immersi in atmosfere irreali si affacciano sul mare, sulle vie tra i palazzi in ombra che rivelano d’improvviso squarci di vita.
Solo chi ha assistito alla visione delle prime ore dopo il tramonto può capire quanto sia azzeccata la scelta dei colori di Natali nel descrivere la notte livornese.
La città di Natali diventa azzurra, di un azzurro intenso con velature rosa e riflessi di verde tenue, elettrico che risaltano le luci affacciate alle finestre, ai portoni. Anche nelle marine, si accostano al grigio e al rosa striature di verde nell’immenso azzurro.
Con questi colori descrive semplicemente i ponti, i moli, i palazzi, i lampioni, disdegnando il disegno e i particolari paesaggistici o umani, concentrandosi sulla sensazione dell’azzurra notte silenziosa, solitaria oppure festosa e allegra nelle serate in città.
La mancanza di dettaglio nella pittura di Natali fa sì che sembri facilmente riproducibile, questo ha facilitato l’invasione di copie o falsi dipinti sullo stesso stile, ma la colorazione caratteristica e i riverberi accesi nelle ombre che sottolineano alcuni passaggi pittorici, i colpi di luce eseguiti sempre con tocchi precisi e unici di pennello, ci mettono sull’avviso che si tratti di un “vero” Natali o di un quanto mai più che ottimo imitatore.
La pittura Postmacchiaiola che inizialmente sembrava una parentesi cresciuta nell’ombra di altri movimenti più conosciuti, si rivelerà molto importante sia perché moltissimi pittori di fine ‘900 ne adotteranno lo stile, sia perché si può considerare l’anello di unione tra la pittura del XIX° secolo e quella moderna.
Renato Natali durante tutta la sua lunga carriera, si mantiene fedele al suo stile di macchia, sperimentando ed arricchendo le esperienze dei movimenti pittorici toscani con la sua coloristica e l’ampia pennellata, collocandosi perfettamente in quel contesto che si avvia verso la pittura del nostro tempo.