Roberto Ferri, artista di Taranto nato nel 1978, è ormai conosciuto sul mercato non solo italiano per la sua pittura levigata, perfetta, anacronistica, ma bellissima.
Ferri è uno di quegli artisti che non ha paura di confrontarsi con i grandi del passato, il suo stile, la sua tecnica vi si discostano in verità di poco.
Tra i giovani pittori italiani è forse il più dotato, il più talentuoso artista che si cimenta in un certo tipo di figurazione. Senza timore reverenziale, senza risparmiarsi di riproporre opere che si basano esclusivamente sulla tecnica, sull’ombra caravaggesca, oltre che sull’anatomia, per lui scontata, come la luce, che interpreta benissimo e la narrazione scenica, entusiasmante. Ma allora, perché certe cadute di stile?
Molte delle opere di Ferri sono eccellenti al punto che si permette talvolta il lusso di rappresentare anche soggetti orridi, conscio del fatto di poter disporre di una tecnica che comunque ne fa opere bellissime.
Tanta è la sua capacità descrittiva nella narrazione della figura, nelle anatomie che ci viene subito in mente di cercare l’errore, morbosa qualità umana che si manifesta quando ci appare la perfezione a noi, abituati a vivere e a vedere cose imperfette, ma spesso nei suoi lavori non lo troviamo.
Pittore che ha scatenato l’ira degli altri pittori per il suo anacronismo o forse per l’invidia che suscita tanto virtuosismo, Ferri è un Artista dal talento innegabile.
Gli si può forse imputare una plastificazione della lucidità della pelle, una strana definizione dei particolari che restano talvolta sotto una luce troppo forte, come se in alcuni casi non osasse nascondere nell’ombra ciò che la scena richiede per la giusta costruzione tridimensionale. E’ forse questo il dettaglio che più salta agli occhi nel gustare le sue opere e paragonarle a quelle dei grandi classici della pittura. Detto questo, giusto per partecipare al gioco tipico del nostro popolo, che ci vede divertire nel trovare per forza punti di critica in tutto, possiamo dire che nella maggior parte dei lavori, Ferri è semplicemente sublime.
Spesso la spettacolarità del suo virtuosismo pittorico ci distoglie dalla sua spiccata predisposizione per anatomie, raffigurazioni surreali, quando non si tuffa del tutto nel Surrealismo puro.
“Certo, Caravaggio lo avrebbe fatto meglio, Raffaello avrebbe sfumato di più quel particolare…”, si potrebbe continuare all’infinito una ricerca dell’errore che diventa difficile, cercando di mantenere una nostra prerogativa critica non tanto per cattiveria, quanto perché trovando “qualcosa che non va”, si riesce a rendere umano anche quello che di fattura umana non appare essere.
La sua è una pittura che al di là del valore di mercato, manterrà sempre una costante estetica apprezzabile a valorizzarla.
Ferri scimmiotta i grandi pittori del passato, David, Ingres, Guercino, Gericault e non sfigura, anzi partendo da questi, propone brillanti tele non ancora alterate dallo scorrere del tempo, con composizione proprie, un loro tema, un loro motivo di esistere, una progettata azione pittorica caratterizzante.
Nel confronto si può vedere non tanto l’evoluzione pittorica, quanto quella anatomica dell’uomo negli ultimi secoli. I suoi corpi sono i modelli del nuovo millennio, ne rispecchiano i canoni estetici, le muscolature più tirate, i ventri più piatti con gli addominali in mostra, le spalle larghe, lo stesso vale per i suoi volti, per la definizione delle pieghe anatomiche, scolpite, evidenziate.
C’è poi da mettere in risalto quella caratteristica tutta sua di distruggere parti delle anatomie, di seccare arti, come fossero rami infruttuosi o di sconvolgerli con inattesi artigli e spuntoni, che si affacciano dalle carni morbide, pregevolmente dipinte, mentre invece ad un certo punto in alcune opere si disfanno, imputridiscono, corrotte da un marcio interiore che prende il sopravvento.
Dalla sensibilità tonale eccellente, la conoscenza anatomica perfetta, Ferri libera la fantasia sulla tela e usa il pennello come una bacchetta magica per darle vita.
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ROBERTO FERRI è un grande della pittura, che dimostra quanto sosteneva Egon Schiele: “non credo vi sia alcuna arte moderna; l’arte è una sola e non conosce interruzioni”, alla faccia dei becchini della pittura, che, se vera, non morirà mai!
Bellissimo commento, ne approfitto per ricordare che noi, redazione di McArte, invitiamo tutti gli artisti a farsi pubblicità attraverso i loro siti o pagine social, pubblicando i loro link in qualsiasi parte del nostro blog. Fatevi conoscere!
Sono un pittore con predilezione per i temi naturalistici.
Amo molto dipingere gli animali nel loro habitat ma spesso anche in situazioni surreali o legati a temi del passato, mi piacerebbe avere un vostro parere, grazie!
Veramente molto bravo, non c’è che dire, certo non lo scopro io, disegno perfetto, interessanti composizioni, colore ecc… Particolarmente ben resa la pittura delle pellicce. Alcuni dei quadri surrealisti più interessanti sono ovviamente pensati e architettati in studio con soggetti assemblati e presentano la difficoltà dell’amalgamarli con luce omogenea, ma questo è una difficoltà che tutti i pittori surrealisti devono affrontare fin dalla nascita di tale movimento pittorico. E’ un pittore che non si nasconde dietro a interpretazioni prefabbricate dei soggetti come spesso accade spacciandole per innovative ma mostra la sua virtuosità pittorica senza timore, quindi complimenti per la sua Arte. Se desidera contattarci può farlo anche al nostro indirizzo email: [email protected] . Saluti da McArte L’AltrArteBlog