Arcangelo Sassolino è il nome suggestivo dell’artista classe 1967 di Vicenza che da alcuni anni ha riscontrato un crescente interesse nelle gallerie mondiali. Sassolino si è specializzato nella creazione di oggetti mobili con funzionalità definite ma allo stesso tempo aleatorie nell’utilità finale, con lui, l’Arte Cinetica riaffiora nella sua accezione più distruttiva.
Strutture semoventi, martinetti meccanici, pale di ruspe, argani, marchingegni spinti da compressori si animano e mostrano la loro potenza semplicemente distruttiva.
E’ corretto definire le sue opere sculture cinetiche, visto che il movimento gioca un ruolo fondamentale.
Le strutture di Sassolino sono esaltazione della meccanica, apoteosi dell’ingranaggio impiegato come futile gioco senza in realtà nessuno scopo apparente se non quello di creare sconcerto e forti sensazioni date dal frantumarsi della materia, l’appagamento di un gusto sadico per il corrompersi dei corpi inanimati.
Così “Elisa” è la pala di ruspa lasciata libera da supporti e fatta muovere casualmente in una sorta di spasmo agonizzante e devastante, “Afasia 1” è un marchingegno ad aria compressa che spara bottiglie a ripetizione, “Figurante” è una pressa a forma di fauci feline che frantuma ossa,”Piccolo Animismo” è un cubo in materiale flessibile che si comprime o si gonfia al ritmo scandito da un compressore.
Scricchiolii, sgretolamenti, frastuoni improvvisi, tonfi sordi, botti, accompagnano l’esibizione delle sue macchine e il loro epilogo.
I giochi artistici di Sassolino riflettono il mondo che li osserva e tendono ad insinuare il dubbio che la meccanica sia veramente utile. Nel suo caso, ne dimostra l’inutilità ma soprattutto il pericolo che ne può derivare, perchè si sa che l’oggetto meccanico, una volta azionato non può autolimitarsi e fermare la sua azione devastante.
Sassolino ci svela quindi le possibilità ma anche i lati negativi di una società basata sempre più sulla produzione regolata da macchinari e insinua il dubbio che questa sia la strada giusta verso il progresso.