Caravaggio – L’Incredulità Di San Tommaso – 1600

Caravaggio – L’Incredulità Di San Tommaso – 1600

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Caravaggio – L’Incredulità Di San Tommaso – 1600

Lo splendido dipinto di Caravaggio è un olio su tela di 107 x 146 cm del 1600.
Il maestro lombardo ci presenta questa scena con l’incredibile realismo al quale ci ha abituato, descrivendo l’atto dell’apostolo che poi diverrà San Tommaso: l’immersione del dito nella piaga del Cristo risorto.

Spesso criticato dai contemporanei per una visione troppo terrena delle figure divine, il Caravaggio ebbe difficoltà a far accettare dai suoi committenti alcune delle sue opere. Anche in questa è evidente l’intenzione di proporre un Cristo più uomo che divinità, senza aureola, senza una particolare luce interiore raffaelliana o iconica, ci mostra invece un uomo, di cui risaltano la carnalità della pelle, la veridicità della ferita, realistica fin nei lembi scostati dal dito del santo che penetra nei tessuti, quasi trattenuto ma allo stesso tempo invitato dalla mano del Gesù. L’espressione stessa del Cristo sottolinea il suo aspetto umano, mostrando una sorta di composto e trattenuto dolore.

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Caravaggio – L’Incredulità Di San Tommaso (particolare) – 1600

Il maestro Caravaggio insiste sulla parità tra i soggetti nella sua idea della scena. Non ci sono differenze tra lo stato del Cristo e quello degli apostoli, non nell’abito, non nel concetto descrittivo. Le quattro figure sono uomini che se non fosse per la surreale scena della ferita aperta ma non sanguinante, potrebbero essere persone comuni, agghindate come popolani e del popolo facenti parte.

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Caravaggio – L’Incredulità Di San Tommaso (particolare) – 1600

Lo scorcio fotografico e il taglio di luce che pongono gran parte del quadro nell’ombra, sono quelli tipici del Caravaggio che nella sua pittura riprende e approfondisce lo stile della scuola dei pittori veneti da Tiziano in poi. Caravaggio unisce quella caratteristica del disegno sfumato nell’ombra a forti contrasti di una luce tagliente, esaltandosi nella pittura dei particolari delle zone scure in modulate tonalità di castano e accentuando i riflessi della luce che stranamente toccano le teste dei due santi nascondendo quella del Cristo. Anche questa è una caratteristica che si ritrova in Tiziano che già nella “Flora” del 1517 aveva fatto uso dell’ombra per nascondere particolari importanti della narrazione pittorica, al fine di invogliare lo spettatore nella loro ricerca.

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Tiziano – Flora -1517

Il volto del Cristo coperto dalla penombra, ci induce infatti, ad una sua più attenta osservazione e, come l’assenza del festeggiato ad una festa sottolinea l’inutilità del tutto, così il Caravaggio ne esalta l’importanza negandolo alla piena luce e costringendo l’osservatore alla sua ricerca per dare senso all’opera.

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Caravaggio – L’Incredulità Di San Tommaso (particolare) – 1600

L’interpretazione cromatica del dipinto, ci mostra un Cristo in tinte chiare nell’incarnato e nelle vesti, trasformato quasi in un fantasma per sottolineare il suo ritorno dal mondo dei morti di cui ancora porta l’essenza, in contrasto con le tuniche rosso e ocra degli apostoli, i volti rubizzi e le espressioni di vivo stupore.

Caravaggio mantiene intatta la capacità di avvicinare il mondo reale a quello divino, con le sue atmosfere cupe, ci introduce a quella che sembra essere la realtà narrata dai vangeli, lontana da sfarzi e luci abbaglianti, invece vissuta in luoghi oscuri, tra il pericolo delle persecuzione, il tradimento e la necessità di nascondersi alla caccia degli armigeri, un Cristo storicizzato, collocato in un ambiente reale, pasoliniano, umano.

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