Chie Yoshii

Chie Yoshii

Chie Yoshii

Giovane artista giapponese classe 1974, Chie Yoshii si esprime in una pittura luminosa, levigata e fiabesca, spesso contaminata da rivisitazioni di opere rinascimentali, come “La Madonna Della Seggiola” di Raffaello, La Dama Con L’Ermellino di Leonardo , o “La Nascita Di Venere” del Botticelli, ma anche “La Danae” di Klimt e molte altre. Pittrice di talento, ci propone il suo mondo interiore incantato, dove si assapora tutta la tranquillità dell’universo femminile giapponese, fatto di dolcezza, di attese, di istanti senza tempo.

Chie Yoshii

A dire la verità le sue protagoniste hanno poco di orientale nei lineamenti e nei colori, spesso bionde, rosse, dagli occhi azzurri, potrebbero sembrare più inclini ad incarnare il modello di ragazza occidentale, dimostrando i molti anni di studio che la Yoshii ha fatto dopo la scuola di Kyoto, prima a Los Angeles, poi a Boston.

Chie Yoshii

Ma nonostante la fisionomia americana sia penetrata prepotentemente nei suoi quadri, l’ambientazione dei suoi modelli femminili resta quello orientale, le sue donne sono infatti ricoperte di decorati vestiti  e kimoni, con acconciature ricercate ad esaltare la grazia e la bellezza.

Chie Yoshii

Ed è in effetti abbastanza strano questo accostamento, tra una filosofia pittorica di stampo orientale e queste modelle dagli occhi chiari e grandi, ma dalla pelle però candida delle geishe dipinte nelle pose di famosi quadri di varie epoche. Il tutto è funzionale però soprattutto grazie alla pennellata morbidissima sulla pelle e giustamente dettagliata dove è necessario.

Chie Yoshii

La sua è una pittura composta, iconica, ricercata, dove la donna è oggetto di desiderio tra mondo materiale e oscuro anelito divino. La si potrebbe paragonare per questo anche  alle pitture preraffaellite, dove donne sognanti nel lontano ‘800, ispirarono  i pittori inglesi, che cercarono di riportare la visione della donna a quelle madonne di tradizione cavalleresca, medioevale.

Chie Yoshii

 Così le pitture di Yoshii hanno il sapore dell’antica percezione femminile, della donna accogliente, dai grandi occhi che si offrono, immune alle frenesie della vita moderna, del femminismo, della competizione che non sia a chi è più paradisiaca.   

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