Il Cronide è Zeus o poseidone? Racconto

Il Cronide è Zeus o poseidone? Racconto

Premessa ——> Il Cronide é Zeus o Poseidone? – 480-490 a.c.

Forse l’imponente Cronide era già stato fuso nel 480 a.c, mani sapienti di artista di cui a noi non è pervenuto il nome, lo avevano pensato, progettato, infine completato in ogni sua parte e quale Dio arcigno, in quella data lui già osservava i suoi figli. Ma questo non era certo il solo evento che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia della Grecia di quel periodo, infatti nell’Agosto del 480 a.c., proprio nei pressi dell’isola di Eubea,fu combattuta la battaglia di Capo Artemisio, una delle tante che segnarono la Seconda Guerra Persiana.

Cronide, scultura in bronzo – 480-470 a.c.


Fu un massacro come tutte le guerre, eventi in cui un capo, in questo caso il persiano Serse I°, spinto dal solo spirito di rivincita, volle rimediare al massacro precedente della Prima Guerra Persiana, combattuta una decina di anni prima, con una nuova ondata di sangue greco e persiano.

Forse fu in mezzo a questi avvenimenti che un eccelso artista greco, coadiuvato da bravissimi aiutanti, dette sembianze umane e bronzee al Cronide, a quel figlio di Crono statuario, dato appena in tempo alla luce affinchè potesse assistere a una delle battaglie greche tra le più mitiche di tutti i tempi.

Ripeto forse perché non è certo. Ma la coincidenza è assai tentatrice e difficile è convincersi che non sia reale e che in qualche modo i due eventi non abbiano avuto qualcosa in comune. Così la storia ci viene in aiuto e ingigantisce il dubbio che prende sempre più forma definita, quel dubbio che il Cronide e la guerra combattuta intorno all’Eubea abbiano avuto un contatto.

La guerra aspra, combattuta per terra ma soprattutto per mare, dove il Dio Poseidone ebbe ruolo predominate, distruggendo a colpi di tempesta circa 200 navi persiane in una sola notte e  contrastando per tutto il periodo della campagna persiana, la loro flotta. Un castigo che il Dio del mare o chi per lui, volle inequivocabilmente infliggere agli invasori. E’ un dato certo che se ciò non fosse stato, la guerra avrebbe avuto altro esito.

Cronide, scultura in bronzo (particolare) – 480-470 a.c.

 

Così ritorniamo al maestro scultore di Capo Artemisio, che forse in fretta, saputa dell’imminente invasione persiana, proprio nel 480 a.c. si concentrò sulla creazione di una statua magnifica in bronzo per onorare il Dio Poseidone, dalla mano sollevata, delicata nella posa del lancio di giavellotto o tridente piuttosto che di saetta. L’artista greco lo omaggiò così, lui che regnava sulle acque tutt’attorno all’isola di Eubea affinchè li proteggesse.

E forse allora si può capire i dubbi di chi rinvenne nel 1928 la meraviglia bronzea nei pressi di quelle coste, accanto sì al relitto di una nave romana affondata, ma ben più di due secoli dopo, nel 200 a.c..

Le operazioni di recupero infatti non hanno mai chiarito se il Cronide facesse realmente parte dei passeggeri di quel vascello o se invece fosse lì accanto, immune al tempo e al mare, unico superstite di una sciagura molto più antica.

Forse allora fu effettivamente l’effige di Poseidone che venne ricamata nel bronzo alla vigilia della Seconda Guerra Persiana, e forse veramente l’esercito greco stanziato a Capo Artemisio, abbandonò il posto quando seppe della morte di Leonida e dello sfondamento da parte dei Persiani alle Termopili. Forse, il Cronide cadde nelle mani saccheggiatrici dei marinai persiani ma il Dio effigiato non volle mutare di patria e affondò assieme all’imbarcazione persiana nei pressi di Capo Artemisio tra le acque amiche.

Cronide, scultura in bronzo (particolare) – 480-470 a.c.

Quindi davvero il traghettatore del Cronide non era il vascello romano affondato ma bensì una nave nemica persiana. Scambiato per bottino di guerra, Poseidone aveva usato l’invasione dei suoi nemici per tornare nei suoi domini marini e non gli aveva risparmiato atroce castigo per le loro nefaste imprese.

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