Distrutta anche la statua di Melania Trump

Melania Trump e il suo ritratto opera di Ales Zupevc

Distrutta anche la statua di Melania Trump

In un mondo impazzito per l’effetto pandemia-Covid 19, assistiamo a situazioni drammatiche ma anche tra le più disparate e assurde che si vanno a sommare a quelle già in atto da decenni o ultime arrivate. Non si può dimenticare che prima di questo fantomatico Coronavirus, già il mondo era in subbuglio e anche nella nostra placida Europa, c’erano paesi come la Francia dove da circa un anno manifestazioni contro il governo coinvolgevano gran parte della popolazione, per non parlare (e infatti i TG da molto non ne parlano) di quelle che stavano già riempiendo le strade in Grecia. Ma anche in Asia le proteste ad Hong Kong sembravano non finissero mai e la nuova ondata di “Black lives matter” spopolava con incendi e distruzioni in USA, con manifestazioni nutritissime e violente che si accanivano contro i monumenti colonialisti (alla faccia del Coronavirus, praticamente ignorato). Il mondo occidentale era quindi già piombato in un principio di caos che a questo punto, sembrava potesse essere mitigato proprio dal Coronavirus e dalle misure restrittive necessarie. Invece no, anzi, a tutto questo si sono sommate in molti stati le proteste di intere popolazioni proprio contro il “lockdown” (al momento si sono aggiunte in ordine di tempo la Serbia e la Romania).

Ma noi parliamo di Arte e il Covid 19 in verità nel campo dell’Arte è stato solamente distruttivo, distruttivo per le manifestazioni, gli eventi, che di partecipazione e umanità vivono, quindi non ha neanche ispirato molto, se non alcuni grandi artisti che ne hanno lasciato testimonianza ma, ad ogni modo, a parte qualche mascherina dai colori sgargianti, non sembra che di questo periodo così originale, tragico e diverso, resterà molto nella storia (dell’Arte) e non sembra che abbia regalato capolavori come invece avremo potuto immaginare.  

Monumento a Winston Churchill, Londra

Ne ha invece distrutti. L’ondata “Black lives matter” nata per protestare contro l’ennesima morte di un uomo di colore durante un fermo di Polizia, si è incendiata prima negli U.S.A., poi è divampata anche in Europa e ha fatto strage di bronzi, marmi, monumenti colpevoli di rappresentare e quindi celebrare insigni uomini politici, ma che erano anche schiavisti, commercianti o proprietari di schiavi. E’ un dato di fatto che soprattutto negli States del Sud, la schiavitù era legale, quindi le vittime scultoree sono state moltissime. Praticamente tutti gli illustri avi collocati sulle piazze vissuti nell’epoca coloniale erano coinvolti in qualche modo con la schiavitù.

Ci sono stati poi degli innocenti caduti per lo stesso motivo, rei del solo fatto di essere preda di gente che la storia non la conosceva molto bene. Tra questi  Winston Churchill si è visto deturpare il suo bel monumento, proprio lui che fu assiduo e inossidabile nemico di quella Germania che della razza Ariana faceva un vanto e un assioma assoluto. Si potrebbe a questo punto paragonare la protesta dei “Black Power” al rogo del 1939 a Berlino dove vennero bruciate circa 4000 opere reputate dal Reich “degenerate”, ma il paragone non regge, perché mentre gli artisti tedeschi erano colpevoli solo di aver dipinto in modo disdicevole la figura umana, i monumenti abbattuti sono effettivamente in molti casi una celebrazione di un qualcosa che oggi è reputato riprovevole, immorale, incivile, anche se la distruzione di opere d’Arte è sempre un atto da reputarsi incivile.

Melania Trump – Ales Zupevc

Ci consola il fatto che la scultura coloniale negli U.S.A. non è mai stata considerata di particolare valore espressivo e infine, al netto di tutte queste notizie ci sorge spontanea la domanda: Cosa c’entra bruciare la statua di Melania Trump?

Totale stupore ha infatti destato l’atto vandalico del 4 Luglio che ha investito la statua della First lady in carica, eretta presso Sevnica in Slovenia, dove nacque nel 1970. L’opera dell’artista Ales Zupevc sovvenzionata da Brad Downey, è stata infatti data alle fiamme e visto che era in legno, non ne è rimasto granchè.

C’è da pensare che una nuova lotta iconoclasta sia in atto, una di quelle che hanno incattivito gli animi in tutta la vecchia Europa e Asia minore nella seconda parte del primo millennio, quando con la scusa di contestare le raffigurazioni del divino, l’impero di Costantinopoli volle creare un proprio Papa e una propria religione al fine di staccarsi da Roma.

Chissà se la povera (si fa per dire) Melania ha fatto anche lei le spese di questa nuova ondata distruttrice di figure artistiche. Bisogna però puntualizzare che la statua era ispirata a una sua foto fatta durante l’insediamento del marito alla Casa Bianca, aveva lo stesso vestitino celeste, per il resto è forse una delle cose più brutte che l’uomo abbia mai scolpito in tutta la storia del genere umano, tanto da far pensare che a farla bruciare potrebbe essere stata lei stessa.       

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.