Fernando Zobel de Ayala y Montojo (1924 – 1984) fu pittore spagnolo in continuo viaggio tra le Filippine dove nacque, l’Europa, l’America.
Uomo d’affari, mecenate, ebbe i primi insegnamenti in campo artistico dal pittore filippino Fernando Amorsolo y Cueto (1892 – 1972), uno fra i più illustri del suo paese.
Il suo girovagare lo portò infine ad Harvard dove si laureò in Storia e letteratura.
Parallelamente continuò a coltivare il suo interesse per la pittura che prese una piega astratta al momento che si invaghì dei quadri di Marck Rothko (1903-1970).
Inizialmente intraprese uno studio sulla linea, cercando attrezzature adatte alla rappresentazione, fino ad usare siringhe ripiene di vernice da cui le linee dovevano fluire sulla tela in una concretizzazione del concetto della loro creazione materica. In seguito la sua produzione si distinse per varie serie di opere realizzate in base a diversi concetti e tecniche.
Nel 1954 iniziò la serie chiamata “Serie Negra” o “Serie in Black” , dove si ispirava alla calligrafia cinese.
Quattro anni dopo iniziò la serie dei “Dialogos”, reinterpretazioni astratte di quadri famosi, poi dette vita alla serie “Las Orillas” ispirata ai fiumi.
Nel 1983 fu insignito dal re di Spagna della Medalla de Oro al Merito en las Bellas Artes. Morì a Roma.
Zobel si caratterizza per essere un artista dal gusto delicato, la capacità di spandere tonalità finemente modulate ed accostarle a taglienti lienee improvvise, per la continua ricerca dell’illusione prospettica data in assenza di figurazione, dall’inganno che la bidimensionalità può suscitare nei ricreati effetti di luminescenza e ombreggiatura.
Maestro nel catturare affascinanti accostamenti segnici, riusciva ad unire nella stessa opera la morbidezza data dall’acquerello con ruvide, a volte geometriche costruzioni arrivando a creare figurazioni sempre nuove in quel difficile campo denominato Astrazione, forse il più complesso, fra le tante ramificazioni dell’Arte, forse uno dei più sfruttati da molti, spesso con risultati scadenti.