Franco Angeli – Half Dollar

Franco Angeli – Half Dollar

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Franco Angeli – Half Dollar

Half Dollar è un soggetto ricorrente nella pittura di Franco Angeli (1935 – 1988), diventa il marchio identificativo dell’artista romano fin dagli inizi degli anni 60’.Unico al centro del quadro o ripetuto più volte, dipinto ad olio o smalto su tela oppure su diverso materiale di supporto, il soggetto mantiene inalterato il suo significato, cambiando solo nel suo approccio estetico con l’utente.

L’artista entrato nella sua fase più creativa e caratteristica, si incanala verso la sconvolgente corrente Pop che proviene da oltre oceano e come molti altri artisti italiani, se ne innamora, se non nelle tematiche che in lui sono più complesse, nello stile, immediato, semplice, identificativo di marchi divenuti universali.

L’esaltazione della tipica icona della moneta da mezzo dollaro che Angeli riproduce nelle sue opere, non deve trarre però in inganno, la storia di Angeli è a questo punto significativa.

Da sempre impegnato politicamente nell’area di sinistra, Angeli non si risparmia nel proporre le sue idee politiche nelle opere con citazioni esplicite e icone inequivocabili fin dagli anni 60’ ( “Corteo” del 1968, “Senza Titolo” del 1963). Perché allora questo improvviso amore per il dollaro U.S.A.?

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Franco Angeli – Corteo – 1968

Half Dollar è un simbolo e come tale Angeli lo utilizza. A differenza dei marchi di Coca Cola di Schifano o di Warhol, l’iconografia del mezzo dollaro non è comune in Italia e in molte parti del mondo, non è subito riconoscibile, non ha i connotati che la fanno classificare come adatta ad una conoscenza massificata, obbligatoria nella storia della Pop Art. E’ forse stato lui a farla conoscere soprattutto in Italia in un’operazione in realtà inversa a quella degli artisti Pop.

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Franco Angeli – half dollar – 1976

A partire dall’esperimento Dada di Duchamp, (1887 – 1968) artista svizzero naturalizzato americano, fino all’evoluzione pittorica di Pollock e proseguendo con Rauschnberg, Lichtenstein, Oldenburg e gli artisti radunati sotto l’etichetta Pop, l’Arte contemporanea è sempre più invasa da opere di artisti americani.

Il mercato dell’Arte trascinato, cambia la percezione del materiale artistico: la classicità della figura o del gusto cromatico lascia il posto all’esaltazione dello straordinario, della provocazione, dell’opera esteticamente non appetibile ma sorprendente.

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Claes Oldenburg – Floor Burger – 1962

L’Arte europea si adegua, se non nel risultato finale, mantenendo concetti e aspetti diversi, nelle spinte pulsive di fondo. Così abbiamo le “Teste Di Adamo” di Tano Festa che ironicamente comparano la cultura americana delle scatole di zuppa Campbell’s proposte da Warhol all’Adamo dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina, ma nello stesso tempo ne adottano il linguaggio!

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Tano Festa – Testa Di Adamo – 1963

La critica di Angeli alla cultura americana è palese in uno dei suoi primi Half Dollar, all’icona è sovrapposta una x, il messaggio è esplicito: la cultura del dollaro, della mercificazione, dell’Arte e tutto il made in U.S.A. non lo interessano, anzi li critica aspramente. Ma Angeli non si ferma qui, forse inconsapevolmente incarna quel processo che vede poco a poco questo stile non amato pervadere non solo la sua Arte ma anche quella di molti artisti contemporanei.

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Franco Angeli – half dollar – 1960

Come un cronista impotente agli avvenimenti che si susseguono sotto il suo sguardo, Angeli vede moltiplicare l’esaltazione degli aspetti artistici di nuova generazione che si sostituiscono al gusto estetico formatosi in millenni di storia dell’Arte ed alla nostra cultura, dando vita a quello che da qualcuno è stato definito “il secolo del brutto”, includendoci anche la prima parte del ‘900 e gli esperimenti concettuali Dada.

Quasi pervaso inconsciamente dalla nuova ideologia figurativa, Angeli moltiplica le sue opere icone del dollaro, rendendole il soggetto più riconoscibile della sua produzione, lui che inizialmente lo aveva adottato per additarlo come esempio negativo. In una paradossale metamorfosi, Angeli si trova al centro di un processo di cui è spettatore ed anche uno dei soggetti, esempio perfetto di documentazione storica del processo in corso.

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Franco Angeli – half dollar

La snaturalizzazione del concetto di Arte e la sua sostituzione con altre caratteristiche estranee alla cultura europea, si accentua intorno alla seconda metà del ‘900 quando appunto Angeli da oppositore ad un’Arte che sente estranea alla sua civiltà, ne adotta il linguaggio per esternare il suo pensiero, fino ad immergersi in esso al punto da esserne sopraffatto e divenirne consapevole dispensatore ormai conscio del non poter arginare una corrente vorticosa che come un fiume in piena trascina tutto nella sua scia.
La drammaticità storica del percorso artistico italiano negli anni 60-80 è racchiusa nelle sue opere dove si avverte il distacco degli artisti italiani dalle loro origini e la deviazione verso un percorso che non è il loro sia per i soggetti trattati, sia per lo stile, d’importazione come i telefilm, la musica, la politica.

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Franco Angeli – Roma

Morto nel 1988, Angeli non vedrà il lento rientrare dell’Arte italiana nel suo naturale alveo, il ritorno alla figurazione accantonata con troppa fretta e alla personale visione estetica non globale ma unica del prodotto artistico.

Passati i decenni del protagonismo assoluto del made in U.S.A. che come un vino novello bevuto troppo in fretta aveva ubriacato tutto il panorama artistico mondiale, purificata dalla voglia di eccesso fine a se stessa e protagonista inutile, coadiuvata da quello che di buono c’è nei nuovi movimenti e processi importati, adottati e premiati dal mercato forse con troppa fretta, l’Arte italiana faticosamente percorrerà i primi passi per ritrovare la sua identità e ritornare timidamente a parlare al suo popolo e del suo popolo.

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