La donna di schiena di Jean Auguste Dominique Ingres

La donna di schiena di Jean Auguste Dominique Ingres

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Jean Auguste Dominique Ingres – La Bagnante Di Valpinçon o La Grande Bagnante – 1808

Jean Auguste Dominique Ingres (1780-1867) fu pittore massimo esponente della corrente del Neoclassicismo francese. Allievo di Jacques-Louis David (1748-1825) si trasferì in Italia per studiare i grandi maestri del Rinascimento. Non sempre apprezzato dalla critica nella sua prima fase della carriera, ebbe in seguito il riconoscimento che meritava fino ad essere consacrato tra i grandi maestri della pittura nei secoli a venire.

La sua è una pittura in cui si nota evidente l’influenza dei grandi maestri italiani come Raffaello di cui conserva la morbidezza degli incarnati, estendendoli a tutta la figura oltre che ai volti. Il corpo femminile è il suo soggetto preferito ma ebbe grande fortuna anche come ritrattista e fu fortemente ricercato da frotte di committenti.

Resta famoso però per le sue bagnanti, di cui fu felice interprete della languida anatomia, delle pose discinte, riuscendo ad imporre la sua sensibilità nella modulazione tonale in quadri di non grande formato ma di grandissimo effetto. In particolare, si nota nella sua produzione, un’attenzione accentuata per la schiena femminile, soggetto più volte dipinto e inserito in contesti dove si sommano altre pose di donne.

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Jean Auguste Dominique Ingres – Mezza Figura Di Bagnante – 1807

Una delle prime opere in cui appare questa posa è la “Mezza Figura Di Bagnante” del 1807, dove il paesaggio sembra ripreso dallo sfondo della Gioconda di Leonardo Da Vinci, mentre la finezza del volto e dell’incarnato, ci ricordano la levigata delicatezza di un Raffaello, citato anche nel turbante sulla testa a cui Ingres dona la massima rifinitura e già visto nella “Fornarina” che il maestro marchigiano dipinse nel 1520.

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Raffaello – Fornarina – 1520

Ma è dell’anno dopo uno dei suoi capolavori assoluti, “La Bagnante Di Valpinçon”, noto anche come “La Grande Bagnante”.
Incastonata in un alternarsi di drappeggi perfettamente eseguiti che gradatamente sconfinano dal bianco alle tonalità di verde, la figura della bagnante mostra il suo corpo voltandosi pudica, nascondendo il volto ma impossibilitata a nascondere tutto il resto. La perfezione con cui sono dipinte le stoffe, sparisce in confronto alle trasparenze della pelle resa nella penombra, rivelando tutto il candore e la fragilità del corpo femminile appena asciugato.

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Jean Auguste Dominique Ingres – La Bagnante Di Valpinçon o La Grande Bagnante – 1808

Qualsiasi pittore conosce la difficoltà nell’affrontare quella posa, l’assenza di evidenti pieni e vuoti prospettici nella schiena della modella, obbliga il pittore ad interpretarla in una gamma tonale veramente limitata entro la quale solo il grande artista riesce a rendere le opulente rotondità, la carnalità e lo splendore in maniera discreta ma inequivocabile.

Ingres in questo è maestro e per sottolinearlo appunto, omette nel quadro, di dipingere il volto della modella, particolare che gli avrebbe dato luce e lo avrebbe impreziosito, distogliendo parte dell’attenzione dalla posa del corpo. Conscio della sua bravura invece vuole assolutamente che il soggetto sia la schiena, tutto il resto è accessorio.
Ne viene fuori uno dei quadri più belli e rappresentativi di quel periodo in cui l’Arte ricercava la perfezione dei modelli classici.

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Jean Auguste Dominique Ingres – La Grande Odalisca – 1814

Nel 1814, Ingres dipinge “La Grande Odalisca” forse il suo quadro più conosciuto. Ancora una volta, la modella mostra la schiena, flessuosa e morbida, stranamente allungata al punto che si è visto in questa curiosa anatomia, un omaggio al Parmigianino e alle sue figure dai busti e colli infiniti (“Madonna Dal Collo Lungo” 1535). A differenza dell’altro, in questo quadro, Ingres indugia sulla parte decorativa, quasi a rendersi conto della non eccessiva presenza scenica del solo corpo dell’odalisca. Così si sbizzarrisce nella descrizione di drappi ricamati, monili, piume, gioielli, che forse distolgono troppo l’attenzione, rompendo la fluidità dell’anatomia ma rendendo la composizione più ricercata e ricca.

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Parmigianino – Madonna Dal Collo Lungo – 1535

Nel 1828, Ingres ripropone una posa già collaudata in “Piccola Bagnante – Interno Di Harem”, quadro di cm35x27, conservato al Louvre che, non mitigato nello splendore dalle ridotte dimensioni, è un altro capolavoro. La modella protagonista è praticamente uguale alla “Bagnante Di Valpinçon”, non solo nella posa ma anche negli accessori che la circondano, come la coperta ricamata su cui siede.

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Jean Auguste Dominique Ingres – Piccola Bagnante o Interno Di Harem – 1828

Ingres riesce a ricreare la magia del riflesso perlaceo nella schiena, arrivando a far risplendere il corpo ancora una volta avvolto nella penombra di cui solo una spalla riceve luce diretta, soffusa, dove il massimo effetto luminoso è ottenuto nel turbante, posato a capo di un volto sempre nascosto.
Nella posa ormai conosciuta, Ingres riesce a mantenere la delicatezza dei toni ma aggiunge una più evidente descrizione anatomica, arrischiando contorni più decisi magistralmente sostenuti da un tizianesco uso dell’ombreggiatura che in alcune parti si fonde con le carni.
Particolare inconsueto è la sciatta resa dei soggetti sul fondo, in contrasto stilistico netto con quello principale.
Il Bagno Turco” dipinto nel 1862, è un altro dei dipinti per cui Ingres è famoso presso il grande pubblico. Il formato sembra sia stato rimaneggiato più volte fino ad assumere la forma definitiva circolare, dal diametro di 108cm.

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Jean Auguste Dominique Ingres – Bagno Turco – 1862

La schiena femminile è ancora una volta protagonista. Leggermente decentrata e cromaticamente dissimile, la figura di schiena è decisamente più curata delle altre, che avvolte in una luce velata e uniforme non sono esaltate nelle molte rotondità ma lasciate nella lettura, ai contorni dei corpi.
La figura in primo piano è invece l’unica ad essere scolpita dalla luce, rivelando una tridimensionalità apprezzabile tattilmente. La posa, ancora una volta riprende quella della “Bagnante Di Valpinçon”, anche se le gambe sono raccolte e la modella è impegnata a suonare.

Rispetto alle versioni precedenti, le ombre e le luci sono ancora più accentuate, l’accenno della scapola è più evidente, ma è immancabile il turbante e del tutto uguale la testa voltata in ombra.

Ingres dipinge un harem pieno di donne nude che si offrono alla vista, lascive, coinvolte passionalmente in amori saffici, danzanti o intente a curare e farsi curare l’estetica.
Il quadro è curiosamente ospite dei ritratti di personaggi femminili realmente conosciuti dal pittore: la prima moglie Madeleine (a destra con le braccia alzate), la seconda moglie (la figura con la mano sul volto), Lady Montagu (in primo piano con cappello rosso e giallo) e forse altri.
Inspiegabilmente, tra tutte queste, l’occhio bramoso del pittore si sofferma morbosamente sull’unica voltata di schiena che intensamente guarda l’espressione carnale di un sentimento saffico, quasi a raccontarci una storia, di cui conosciamo solo alcuni interpreti ma non la trama.

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