La Primavera – Sandro Botticelli – 1478/1482

La Primavera – Sandro Botticelli – 1478/1482

La Primavera – Sandro Botticelli – 1478/1482

C’è sicuramente un segreto alla base dell’opera di quel grande artista del Rinascimento che fu Sandro Botticelli, lo stesso segreto è ovviamente racchiuso nella “Primavera”, la tela in cui il Botticelli ha riversato tutto il suo virtuosismo pittorico, la sua massima espressività. In verità “La Primavera” di dimensioni 200x314cm, è effettivamente un’opera che va oltre le sue abitudinarie, forse perché dal fondo molto scuro, lavoratissimo, in cui sono pochi i centimetri di tela liberi da ricami e orpelli, forse perché ogni figura è rifinita nel minimo dettaglio, dal chiaroscuro eccellente e immancabile, come poche volte il Botticelli ha in realtà dipinto.

Solitamente infatti il disegno nei quadri del Botticelli si lascia portare da una linea netta, con sfumature impercettibili se non assenti, dalla fisionomia caratteristica dei volti bellissimi e splendenti ma familiare, la composizione sempre curata e intensa e al fine, l’insieme leggiadro dà sempre l’impressione di una semplicità estrema con cui descrive le sue figure. E’ inutile negare che nelle opere del Botticelli, per quanto siano complesse nelle composizioni, il protagonista è il colore, solare, risplendente, etereo, dove il giallo domina e i protagonisti sono spesso rappresentati con capigliature oro.

La Primavera – Sandro Botticelli (particolare) – 1478/1482

E’ quindi particolare già in principio l’opera del Botticelli, in un periodo in cui spesso le Madonne affioravano da più cupi fondali come era solito rappresentarle Leonardo o anche Raffaello.

Botticelli amava dipingere la luce e stranamente, praticamente nella sua opera più bella, ha contornato le sue figure di buio.

La Primavera” del Botticelli è un racconto che si svolge nel giardino delle Esperidi, dove i frutti degli dei nascono in ogni dove, lì Zefiro rapisce la ninfa Cloris, rappresentata sulla destra con già i fiori che gli escono dalla bocca quale simbolo del cambiamento imminente, infatti si trasformerà in Flora e accanto viene rappresentata in tutto il suo splendore ricoperta di fiori. Al centro Venere, la dea dell’amore e della fecondità, è sovrastata da Cupido che ai primi tepori risveglia i sensi di dei e uomini. Di seguito le Tre Grazie rappresentano tutti i doni di madre natura e della femminilità, poi Mercurio con i tipici calzari alati, agita il caduceo per scacciare il cattivo tempo. Allegoria della bella stagione e del risveglio del mondo dopo il gelo invernale, “La Primavera” nasconde anche altri significati e sorprese.

La Primavera – Sandro Botticelli (particolare) – 1478/1482

Il dipinto fu commissionato da Giuliano de’Medici, per la nascita del figlio (futuro Papa Clemente VII°) che ebbe da Fioretta Gorini nel 1478 sposata in segreto, ma lo stesso anno fu ucciso nella congiura dei Pazzi e quindi pare che il quadro fu ripensato per il matrimonio di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici e Semiramide Appiani. Alla luce di questo evento, Mercurio sarebbe stato non il ritratto di Lorenzo ma di Giuliano, e Fioretta avrebbe dato le sembianze a Venere mentre poi Semiramide sarebbe stata ritratta nella Grazia di centro. Le interpretazioni discordano ma è possibile che tutta l’opera sia stata commissionata in principio per ricordare il matrimonio nascosto tra Giuliano e Fioretta, come fanno pensare anche i fiori d’arancio disseminati ovunque e poi tramutata in quello di Lorenzo e Semiramide.

 Come in molte altre opere rinascimentali, anche nella “Primavera” però i significati allegorici fioriscono molteplici, infatti se ne può dare una versione totale quale rappresentazione della città di Firenze, personificata nelle vesti di Flora, dove gli altri soggetti sarebbero invece simbolo delle arti, della poesia ma anche del commercio di cui Mercurio era il protettore. Ma le interpretazioni si sprecano, fino a pensare che “La Primavera” sia una mappa delle potenti città d’Italia, oppure un calendario con riferimenti astronomici, se non un augurio guida per un mondo in cui la Primavera e tutti i suoi positivi doni siano eterni.

La Primavera – Sandro Botticelli (particolare) – 1478/1482

Il candido svolazzo delle vesti dipinte con estrema nettezza come sempre faceva il Botticelli, accende il quadro, donando leggerezza eterea a tutte le figure slanciate e dai fini lineamenti.

Botticelli riesce in verità a rendere protagonista ogni figura, dandole connotazioni particolari e quella che si percepisce essere una mansione personale, così Mercurio anche se dipinto al margine sinistro, è più grande e di rosso vestito in modo da essere notato di più, le Tre Grazie risaltano invece per quello splendido balletto che le isola in un bocciolo di cui le vesti sono i petali, Venere è al centro ma è più piccola e in sostanza più ombreggiata per non prendere troppo la scena, mentre Flora che potrebbe mimetizzarsi con lo sfondo, è invece l’unica altra figura che guarda lo spettatore per attirarne l’attenzione. Perfino la ninfa Cloris sembra gigantesca in confronto alle Tre Grazie ma solo perché essendo al margine destro, non avrebbe il giusto risalto se dipinta nelle proporzioni corrette. Infine Zefiro attira l’attenzione perché l’unico dello strano colore celeste del cielo, e cupido, piccolo come di consueto ma sopra tutti, ha anche lui la sua parte di protagonismo.   

Nell’immensa tela, sfuggono all’occhio brani di pittura che esulano dalla maestria del Botticelli per arrivare al sublime, infatti stranamente nella preziosità della composizione e nel turbinio dei colori si perde la stupenda fattura della Flora, dove un vestito mostra bellezze infinite, dove la mano di lei  descritta nell’atto di sorreggere le vesti poste a mo’ di cornucopia dispensatrice di fiori, ha una decisione e una profondità che da sola potrebbe fare la fortuna di qualsiasi dipinto. Ci lasciamo invece avvolgere dalla meraviglia che l’artista sa creare dipingendo non personaggi ma icone che sono ormai giustamente entrate nella cultura artistica mondiale.   

La Primavera – Sandro Botticelli (particolare) – 1478/1482

E’ certo che l’opera è meravigliosa, giocata sul contrasto tra il chiarore delle carni e lo scuro della vegetazione, punteggiata di fiori ovunque dove risalta la lucentezza delle vesti e delle capigliature delle donne, tutte bionde.

I colori riscaldano, dai cremisi ai gialli agli arancioni e le espressioni gioviali aumentano la maestosa trasparente festosità. Dagli intrecci complessi di vesti e anatomie, l’opera va ammirata nella sua grandezza per molto tempo affinchè se ne scopra ogni stupenda pennellata. Straripante di splendore nell’insieme, meticolosa nel dettaglio, l’opera da Botticelli fu fatta a tempera su tavola intorno al 1482, ed è forse la stratificazione di questo pigmento sapientemente dato che fa di tutti i quadri del pittore fiorentino degli eccelsi esempi di luminosità, visto che tranne che per gli affreschi, Botticelli si affidava sempre alla tempera su tavola.   

Andate quindi agli Uffizi, a vedere l’opera dell’artista fiorentino se volete farvi togliere il fiato.

La Primavera – Sandro Botticelli (particolare) – 1478/1482

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