Leonardo Da Vinci – Testa Di Fanciulla (La Scapigliata) – 1508

Leonardo Da Vinci – Testa Di Fanciulla (La Scapigliata) – 1508

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Leonardo Da Vinci – Testa Di Fanciulla (La Scapigliata) – 1508

La quantità di disegni, schizzi e appunti lasciataci da Leonardo Da Vinci è impressionante, circa 40.000 fogli e si pensa che almeno due terzi siano andati perduti. Non c’era la fotografia al tempo di Leonardo e lui, che si immergeva completamente in qualsiasi tipo di scienza che avesse enigmi da svelare o scoperte da offrire, scriveva, ma soprattutto, disegnava, obbligato dall’unico modo di illustrare e di tramandare ai posteri.

Le raccolte di scritti più conosciute sono:

Codice Arunder   (1478-1518), 273 disegni

Codice Atlantico (1478-1518), 1119 disegni

Codice Trivulziano (1478-1490), 52 disegni

Codice sul Volo degli Uccelli (1505), 17 disegni

Codice Ashburnham (1489-1492), 44 disegni

Codici dell’Istituto di Francia (1492-1516), 964 disegni

Codice Foster (1493-1505), 300 disegni

Codice Leicester (1504-1506), 36 disegni

Fogli Di Windsor (1478-1518), 600 disegni

Codici Di Madrid (1503-1505), 349 disegni

Oltre ai disegni lasciati nei suoi scritti, Leonardo ne ha fatti altri, schizzi per opere poi completate, i così detti cartoni, (“Cartone di Burlington House“) spesso andati perduti a causa della poca considerazione che avevano al suo tempo e che solo con il Vasari acquistarono una loro dignità, ma ha fatto anche disegni che non si sono concretizzati in altro, a matita, carboncino, biacca, penna.

La Scapigliata” è un disegno del 1508 realizzato su tavola di pioppo delle dimensioni di 25×21 cm eseguito con terra d’ombra, ambra inverdita e biacca.

Probabilmente, la prima testimonianza dell’opera nelle cronache è del 1501, in una lettera a Piero Da Novellara, in cui una dama richiedeva al Da Vinci una Madonna da appendere nel suo studio. Forse è la stessa opera di cui nel 1531 Ippolito Calandra conversava con la moglie di Federico Gonzaga. E’ certo che nel 1627 viene menzionata nell’inventario dei Gonzaga. Nel 1839 va a fare parte della collezione della  Galleria Nazionale di Parma.

La denominazione di “Scapiliata” deriva ovviamente dalla pettinatura della giovane che anche se solo abbozzata, mostra una capigliatura dalla chioma folta e le ciocche irrequiete.  È presumibile dal supporto impiegato che l’opera dovesse essere finita in seguito ad olio, o che fosse un bozzetto della faccia di donna per un ‘opera più grande, qualcuno azzarda la “Leda Col Cigno”, opera andata perduta di cui si hanno solo copie degli allievi.

Qualcuno azzarda che sia invece un bozzetto per “La Vergine Delle Rocce” del 1485 o per altra composizione con Madonna.

Leonardo da Vinci, Testa di donna inclinata, 1488-1490
Leonardo Da Vinci – Testa Di Donna Inclinata – 1490

I disegni di Leonardo, perfino gli schizzi riportati sui bordi delle pagine, nei secoli hanno acquistato grande considerazione perchè molto spesso anche quelli più piccoli sono in realtà tracciati con molta cura, la sua mano vellutata nei chiaroscuri e decisa nelle forme, si distingue in ogni piccolo operato. Sono effettivamente ammirabili i suoi volti  come “Testa Di Donna Inclinata” del 1490, “Studio Di Testa Di Donna” del 1507 e come questa “Testa Di Fanciulla” detta “La Scapigliata” che tracciata nel solo viso mancante della definizione dei capelli e di tutto il resto, presenta tutte le caratteristiche del piccolo capolavoro.

Lo sguardo abbassato ci fa effettivamente pensare che sia stato lo studio per una Madonna con bambino, mentre l’ipotesi che sia un bozzetto per la “Leda Col Cigno”, è verosimilmente smentita da altri bozzetti di Leonardo e dalla copia attribuita a Francesco Melzi del 1507 conservata agli uffizi, che se simile all’originale, non ha le fattezze del volto de “La scapigliata”.

Leonardo da Vinci, Studi di testa femminile, 1505,1507
Leonardo Da Vinci – Studi Di Testa Femminile – 1507

C’è sempre una veridicità nei volti di Leonardo che difficilmente troviamo nei disegni di altri artisti suoi contemporanei quando descrivono la vergine o visi che appartengono a figure tendenzialmente idealizzate. In Leonardo c’è l’attenzione a particolari apparentemente inutili e inosservabili a prima vista che rompono la  perfezione classica dei personaggi mantenendone però una apparente fisicità statuaria dei lineamenti.

Così è “La Gioconda”, dal volto splendente, la fronte aperta, gli occhi sereni e il sorriso accennato ma dal naso decisamente non classico, anzi sicuramente particolare che, ritratto magnificamente in mezzo a velature finissime, risulta stupendo  anche se anatomicamente amorfo.

Così “La Scapigliata”, nella perfezione dei lineamenti, non manca di mostrare la sua parte “umana” in quelle leggere ma essenziali imperfezioni che la rendono ancora più credibile, con quella gobbetta appena accennata che si mostra finissima, nel punto in cui le ossa del cranio principiano la cavità nasale e finiscono con l’originare la sottile cartilagine che sostiene il naso dalla metà fino alla punta. Costante Leonardesca è anche il taglio degni occhi, allungati che dà risalto nella parte più vicina all’attaccatura del naso ovvero l’angolo palpebrale mediale dove risiedono quelle parti anatomiche nominate “caruncola” e “plica semilunare”, rimasugli di quelli che sono comunemente detti “organi vestigiali”, a cui Leonardo dà ampio spazio e di cui fa intuire il rilievo. Tutto questo è certo frutto dei suoi studi anatomici, conoscenze che un pittore non può nascondere quando ormai le ha acquisite e certo lui, che della sua epoca fu uno tra i primi grandi anatomisti, non voleva mancare di farne sfoggio. La capacità descrittiva di Leonardo si spinge nel disegnare realisticamente anche le pieghe sulle palpebre che nitide, si possono contare una ad una, stupendamente rese convesse tra il chiaroscuro.

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Leonardo Da Vinci – Testa Di Fanciulla (La Scapigliata) – 1508

Il volto “leonardesco” è effettivamente un mix tra l’ideale di bellezza femminile e la obbligata descrittività della reale anatomia, una miscela che non ritroviamo in altri pittori suoi contemporanei , molto più attratti dalla rappresentazione idealizzata dei volti oppure dalla veridicità nella ritrattistica che prenderà ancora più piede nei secoli futuri.

Un’altra caratteristica di Leonardo è la capacità di cogliere quella penombra formata dalle modulate e leggere pieghe della pelle, quelle contrapposizioni finissime che vanno poi a formare l’incavo dove si formano gli angoli della bocca. Questa capacità di cogliere minuscoli particolari e ricrearli è possibile solo grazie ad una sensibilità molto forte, Leonardo  in quasi tutti i suoi quadri e disegni non manca di proporcela.

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Si potrebbe a questo punto soffermarci sulla qualità del disegno, dell’ombreggiatura, della visione prospettica ma  è chiaro che Leonardo era padrone di disegnare qualsiasi cosa nel modo che più gli aggradava, qualità che a dire il vero non mancava neanche a Raffaello, Michelangelo e altri giganti rinascimentali. La caratteristica che invece solo pochi e nessuno come Leonardo mostrava, era appunto la conoscenza di quelle più minuscole cavità dei corpi, che descriveva avendoli studiati, sezionati, quindi avendone acquisita conoscenza non solo dallo sguardo superficiale, ma da uno più approfondito, che immetteva contemporaneamente nei suoi lavori unito a quello spirito trascendentale tipico della pittura rinascimentale, quella capacità di drammatizzare i volti, soprattutto le espressioni, le anatomie che era riservata dagli artisti solo ai personaggi pervasi dallo spirito divino. Leonardo non faceva differenze, nei ritratti delle sue donne metteva sempre la medesima cura, la  medesima espressione ascetica, siano esse state sante, madonne, dame, ninfe. “La Gioconda” del 1514,  “La Bella Ferroviere” del 1490, “La Dama Con L’Ermellino” del 1490, sembrano infatti se non Madonne, divinità pagane, ne hanno lo splendore, la fierezza, per questo è così difficile teorizzare per quale eventuale opera fosse stata fatto il bozzetto de “La Scapigliata”: così reale nei dettagli da poter essere una dama, così  divina da poter essere una Madonna.

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