Man Ray – Le Violin D’Ingres – 1924

Man Ray – Le Violin D’Ingres – 1924

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Cos’è il genio? Qualcosa che tutti pensano di saper definire ma che sfugge in realtà a tutti. Inventiva? Innovazione? Fantasia? Creatività? Se si avesse la definizione esatta di genio nelle nostre mani, potremmo analizzarla e sarebbe molto più facile arrivare ad essere geniali, ma il genio sfugge alle definizioni e ci sorprende ogni volta camuffandosi per poi rivelarsi nella sua qualità inoppugnabile, quella di stupire.

 Emmanuel Rudzitsky, in Arte Man Ray (1890-1976) era un genio, non uno di quelli che hanno costruito, hanno dato benessere materiale con scoperte scientifiche o tecnologiche, ma uno di quei geni che hanno allietato con le loro opere la vita di molti, l’hanno ispirata, gli hanno dato uno scopo, la consapevolezza di poterla riscoprire ogni volta con occhi nuovi.

Fu principalmente un esponente del Dadaismo, la corrente di pensiero artistica nata in Svizzera dopo la prima guerra mondiale e sviluppatasi poi in tutto il mondo occidentale che si può riassumere nella frase nonsense di Tristan Tzara (1896-1963) : “Dada means nothing” ovvero “Dada non significa nulla”.

Man Ray, As You Like It, 1948
Man Ray – As You Like It (olio su tela) – 1948

Mischiata spesso al Surrealismo di cui mantiene la componente innovativa, onirica e soprattutto la voglia di stupire con voli pindarici oltre la logica, la corrente Dada fece sua la ridefinizione estetica concretizzatasi nel “Ready-Made“, che già estrapolava la corretta funzionalità degli oggetti per sostituirla con finalità estetiche totalmente dissociate e irrazionali.

 

Man Ray, Cadeau (Gift), 1921, editioned replica 1972, iron and nail
Man Ray – Cadeau – 1921, editioned replica 1972

 

Man Ray fu pittore, scultore e fotografo.

 

Man Ray, Twelfth Night, 1948,
Man Ray – Twelfth Night (olio su tela) – 1948

 

Ancora giovane, l’Arte della fotografia, si prestava a incuriosire gli artisti che non volevano rassegnarsi ad una macchina che alfine avesse la possibilità di dargli una visione oggettiva della realtà. Scarsi di mezzi tecnici, fotografi come Man Ray cercavano di rendere l’opera della macchina fotografica meno inequivocabilmente vera e di invadere le foto con una visione Surrealista, non rassegnandosi ad una realtà assoluta. Molte delle foto di Man Ray sono elaborate, per quanto possibile, già in camera oscura, oppure ritoccate poi e in seguito rifotografate, in altre invece si assiste alle prime prove di fotomontaggio o di ri-impressionamento della pellicola, di solarizzazione e rayograph, ma una delle sue foto capolavoro “Le Violin D’Ingres”, è in verità molto semplice.

Le Violin D’Ingres” del 1924, è una foto ovviamente ispirata alle opere di Jean Auguste Dominique Ingres, pittore di inizio ‘800 che si è caratterizzato per preziose esecuzioni di nudi di donna spesso di schiena.

Kiki de Montparnasse 1920
Man ray – Kiki de Montparnasse – 1920

 

Per questa foto posò Alice Prin detta Kiki de Montparnasse, bellissima parigina modella di pittori affermati, con cui Man Ray aveva già una relazione, durata circa sei anni.

 

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Reinterpretazioni moderne de “Le Violin D’Ingres”

 

Nel tempo, ricopiata, reinterpretata, riadattata, usata in vari modi, “Le Violin D’Ingres” è diventata una icona della femminilità, ma a differenza di altre foto di Man Ray è in realtà poco elaborata e molto classica come ce ne potevano essere e ce ne furono poi migliaia, se non fosse per quei pochi ritocchi con cui Man Ray riuscì a creare un capolavoro. Gli sono bastati due segni simili ai fori sulla cassa armonica del violino per dare vita ad una assonanza tra le forme femminili e lo strumento musicale che ha una delle voci tra le più dolci, ottenendo  la foto di donna nuda di schiena, forse più famosa al mondo.

Questo è il genio.

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