Cosa può spingere una persona giudicata in pieno possesso delle sue facoltà mentali ad acquistare un’opera di Martin Creed? Con questo interrogativo forse irriverente ma legittimo iniziamo l’analisi di questo artista britannico classe’68 a cui nel 2001 è stato attribuito il “Turner Prize” per l’opera “Work 227, The lights going on and off”: una stanza completamente vuota dove la luce si accende e si spegne a intervalli di cinque secondi.
Il suo commento è stato:”E’ bello spegnere le luci”.
Il suo lavoro in questo caso si nutre della variazione minima di ambienti domestici per alterare la sensibilità delle persone coinvolte e studiarne il cambiamento emotivo che vi riflette.
Minimalista all’eccesso anche nella pittura, mostra una serie di tele monocrome già dipinte, già viste, mille volte rifatte da artisti di tutto il mondo e altre dove la pittura Minimalista si fonde con la non pittura originando il niente assoluto.Creed catalizza la sua attenzione di artista sulla gestualità del vivere quotidiano, dando ai gesti più banali l’importanza della creazione di un fenomeno che se pur piccolo è in ogni caso una variazione nel processo vitale di chi lo compie e di chi gli sta intorno.
Le sue installazioni estremizzate fino a superare il concetto di semplicità sono spesso banali come appunto vogliono essere nella mente dell’artista, enfatizzando nella banalità la funzione che i comunissimi oggetti scelti hanno.
Più interessanti sono le sue installazioni di scritte al neon, rivelatrici di assiomi inequivocabilmente scontati o dal contenuto emotivo neutralmente vuoto.
Soprassedendo alle stanze riempite di palloncini già viste nelle feste di compleanno dei bambini e l’installazione di file di metronomi, le considerazioni più interessanti che possiamo fare non sono tanto sul pensiero artistico che ha animato Creed nell’operare fino ad oggi, il cercare di capirne le scelte rappresentative, le pulsioni emotive che lo spingono a mostrare quella parte di sè che forse potremo fare a meno di vedere o la sua sterile ansia creatrice, quanto l’analizzare per quale motivo vengono richieste le sue opere, perché i galleristi le espongono ma soprattutto……Perché i collezionisti le comprano?