Notre Dame è la cattedrale di Parigi costruita tra il 1163 e il 1344, già patrimonio dell’Unesco dal 1991, andata in fiamme il 15 Aprile.
Dalla sua fondazione fino ad oggi, la cattedrale è stata continuamente arricchita sia stilisticamente che di opere d’arte in ogni secolo. La prima cattedrale dedicata a S.Stefano fu edificata sopra ad un tempio preesistente dedicato a Giove, poi fu ampliata e si evolse in quella di Notre Dame, dalle strutture gotiche e i grondoni decorati con i famosi Gargoyle.
Forse qualcuno se la ricorda nel caratteristico colorito scuro con striature di giallo che il monumento nazionale francese aveva acquistato progressivamente dalla metà dell’’800 fino al primo restauro moderno, terminato nell’anno 2000, in tempo per il Giubileo.
In quella data, le pietre esterne, soprattutto nella parte bassa, erano così ben annerite dallo smog parigino, da sembrare opera voluta dell’uomo. Dopo il restauro, sono tornate a riflettere la chiara luce e ad assumere l’aspetto che ancora adesso mantengono perfino dopo l’incendio, certo non senza lasciare rimpianto in chi l’aveva vista nella sua veste precedente che, sia pure per lo smog, le donava un’aria forse austera ma al tempo stesso unica.
Fatale, è stato invece l’attuale restauro, che per motivi ancora da accertare, ha causato l’incendio del tetto e la distruzione di tutta la parte superiore, compresa la svettante guglia.
Una tragedia artistica e religiosa, a cui le forze dell’ordine francese hanno solo potuto assistere impotenti, giacchè qualsiasi tentativo di spegnere l’incendio con potenti getti d’acqua, sarebbe risultato ancora più distruttivo.
I danni però sono stati minori di quanto si possa pensare guardando le foto, infatti se i tetti in travatura di legno sono arsi come foglie secche, il bellissimo soffitto a volte a crociera, ha tenuto per la maggior parte della superficie e solo in alcuni punti i detriti sovrastanti sono precipitati fino al pavimento. E’ stato colpito l’altare moderno “Paolo VI°” , seppellito dai detriti, mentre è stato risparmiato il grande crocifisso ligneo e l’altare maggiore.
Sono in salvo i reperti più preziosi e le molte opere già spostate prima degli inizi dei lavori. Nella sostanza, pare che i dipinti murari non abbiano subito gravissimi danni e sempre per la tenuta delle volte, pare che anche le grandi tele dette “Grandi Maggi” siano stati danneggiati più dall’acqua e dal fumo piuttosto che dalle fiamme e dai detriti. La serie di quadri dovrà essere comunque sottoposta a restauro. Fu donata dalla corporazione degli orafi parigini, uno ogni anno e dipinta tra il XVII° e il XVIII° secolo.
Visto che si sono evitati danni irreparabili, Notre Dame dovrebbe tornare presto al centro dell’attenzione di turisti e religiosi, si stima in un tempo approssimativo di cinque anni occorrenti soprattutto per il ripristino delle strutture del tetto crollato.
Resta invece allarmante la presa di coscienza che fra i numerosi restauri effettuati nel corso dei secoli dalla sua costruzione ad oggi, quello effettuato con tecnologie più all’avanguardia sia stato anche quello più distruttivo e incompetente.