Peeta – Anamorfica Street Art
Nasce negli anni ’90 lo Street Artist Manuel Di Rita, veneziano, conosciuto come Peeta. Dalle prime scritte tridimensionali sui muri, il suo stile si è evoluto arrivando a creare composizioni bellissime e spiazzanti dove la tridimensionalità diventa mezzo per distorcere le superfici, reinterpretare le strutture dei palazzi in modo che anche un banale muro piatto possa arrivare ad essere un posto unico, un angolo surreale dell’edilizia in mezzo al grigiore.
I suoi graffiti hanno infatti la particolarità di sovvertire l’ordine materiale delle costruzioni, reinventandole con piani, disegni così ben resi che possono sembrare parte reale del progetto architettonico. In realtà invece non lo sono, ma le ombreggiature, i colori spesso solo primari, sono così ben scelti da ingannare l’osservatore con una pioggia di sgargianti, impossibili, piani prospettici. Ed è proprio questo che pare Peeta voglia dimostrare, ossia quanto è semplice ingannare la percezione umana.
Nascono così i graffiti che lo hanno reso celebre. L’”Anamorfismo” è la tecnica di cui si serve per creare le sue opere simili a costruzioni di Escher, totalmente immaginifiche ma dalla definizione realistica. Peeta si è evoluto nel tempo in pittore con acrilici su tela, dove i soggetti dei suoi murales sono ricreati allo stesso modo, e in scultore con la particolare tecnica della modellazione plastica fatta prima con programmi di grafica 3D trasferiti infine nella materia. Se le sue sculture perdono il fascino della perfetta illusione anamorfica perché sono effettivamente in tre dimensioni, Peeta nelle tele mantiene inalterato il fascino delle sue opere di strada, con lo stesso impatto e impeto descrittivo maniacalmente curato nel minimo dettaglio.
Molto attivo, Peta ha realizzato murales al Wanderwall Festival di Port Adelaide in Australia nel 2019, all’Urban Forms Festival a Lodz in Polonia nel 2018 e al progetto artistico annuale Stadt.Wand.Kunst di Manheim.
