Perchè è morto George Floyd? Banksy lo celebra così

Banksy

Perchè è morto George Floyd? Banksy lo celebra così

Ancora una volta è Banksy il più pronto nel contestualizzarsi, nel prendere posizioni su ciò che spesso l’Arte ignora o sfiora solamente, ovvero il nostro presente. Forse perché ha più cassa di risonanza mediatica vista la sua fama quindi sale alle cronache prima o perchè veramente gli altri non hanno la sua velocità e il suo coraggio, fatto sta che Banksy è stato il primo tra i grandi artisti ad esprimersi  sull’omicidio di George Floyd, ennesimo afroamericano statunitense ucciso durante un fermo di polizia a Minneapolis.  

L’America è in fiamme, la questione razziale ha oscurato anche l’epidemia di Coronavirus e le piazze degli States sono pieni di dimostranti ma non solo, anche in tutto il mondo si protesta.

George Floyd, graffito

“All’inizio ho pensato di rimanere in silenzio e di ascoltare la gente di colore parlare dei loro problemi. Ma perché avrei dovuto farlo? Non è un loro problema. È un mio problema. Il sistema non si prende cura delle persone di colore come un tubo rotto che inonda l’appartamento delle persone che vivono al piano di sotto. Questo sistema difettoso sta rendendo la loro vita una sofferenza, ma non è loro compito ripararlo. Non possono – nessuno li lascerà entrare nell’appartamento al piano di sopra. Questo è un problema ‘bianco‘. E se i bianchi non lo risolvono, qualcuno dovrà venire di sopra e dare un calcio alla porta”.

Banksy

Con queste parole Banksy ha accompagnato la sua opera: un dipinto dove la bandiera americana campeggia sopra una candela che la sta bruciando, con accanto una foto oscura, circondata di lumini votivi.

Ma è veramente così?

Il presidente Trump non ispira certo ideali antirazzisti costruendo muri che chiudono le frontiere e parlando senza filtro, infiammando spesso la politica internazionale, ma incidenti di questo tipo non sono una novità in America, anche sotto la presidenza di Obama ce ne furono moltissimi, la ragione va ricercata nel fatto che lì qualsiasi intervento di Polizia si può trasformare in tragedia perché qualsiasi cittadino può avere un’arma, da qui la brutalità degli agenti che non scherzano e sono spesso coinvolti in sparatorie. C’è poi da rivedere la procedura di immobilizzazione in caso di arresto che anche in Italia ha portato più volte alla morte, non ultimo Riccardo Magherini  a Firenze nel 2014, immobilizzato perché in stato confusionale e morto soffocato.

George Floyd, graffito

E’ un dato di fatto però che il clima negli U.S.A. è esasperato, infatti già da tempo anche i giornalisti vengono attaccati dalle forze pubbliche in strada e questa volta l’America si è fermata, e con lei anche tutto il mondo civilizzato. Probabilmente perché le immagini disponibili hanno fatto il giro del mondo o c’è dell’altro? Manifestazioni, proteste sono state organizzate in ogni nazione, nonostante il Coronavirus che impedisce gli assembramenti, le piazze si sono riempite anche in Italia, tutti a debita distanza interpersonale, più o meno…

C’è da notare lo strano fatto per cui le piazze italiane si riempiono subito quando si deve protestare contro il razzismo, la fame nel mondo, la guerra o altri problemi nobili a cui in verità non possiamo porre riparo e che ancora ci toccano di lontano mentre le proteste per il fallimento di molte attività dovute al “lockdown” e ai mancati aiuti economici di questi giorni, sono state inizialmente fatte da imprenditori e negozianti isolati e soprattutto, sanzionate con salate multe per assembramento che invece nel caso della manifestazione antirazzista non ci sono state. Probabilmente  perché il governo non si preoccupa delle proteste per la morte di un uomo al di là dell’Oceano e le lascia fare, mentre le proteste dei negozianti gli danno fastidio e quindi li multa per assembramento.

TVboy – Stop Racism!, graffito

Ma torniamo a George Floyd, ex giocatore di Basket al college, rapper, butta fuori, martire del razzismo, in realtà già condannato per furto, rapina, possesso di droga, spaccio, insomma non un santo, tanto che i suoi figli da molto non ne avevano notizie. E i poliziotti? Subito licenziati, inquisiti per omicidio di 2° grado, con già precedenti per uso eccessivo della forza e varie sparatorie nell’esercizio delle loro funzioni. Questo è il vero quadro che emerge dagli avvenimenti: una società allo stremo dove opposte fazioni già esasperate si fronteggiano con l’aggravante del bombardamento mediatico di una pandemia che fino a ieri era mortale e oggi è ignorata ma che ha peggiorato le condizioni economiche soprattutto dei più deboli.

In questo contesto George Floyd entra in un negozio, compra un pacchetto di sigarette e paga con un biglietto falso da 20 dollari. E’ un brutto giorno per George Floyd, uno di quelli dove anche le piccole cose diventano valanghe sempre più grandi e inarrestabili. Il cassiere si accorge che i soldi sono falsi, rivuole indietro le sigarette, ne nasce un alterco perchè Floyd si rifiuta, allora chiama la Polizia che arresta un uomo di 1, 92 metri con un fisico possente, ma Floyd non vuole entrare in macchina, quindi lo immobilizzano a terra e lo uccidono.

George Floyd muore per un biglietto falso da 20 dollari.

Premesso che nessuno dovrebbe morire per un fermo di polizia in nessuna parte del mondo, qualsiasi sia il suo crimine, qualsiasi sia il verdetto che poi il giudice avrebbe emesso, c’è dell’altro. Floyd viene scoperto affetto da Coronavirus, da quella pandemia che blocca i polmoni e impedisce una normale respirazione, da quel virus che infesta il mondo intero per cui le statistiche dicono che ci sono stati milioni di morti, per cui molti stati si sono bloccati, quel virus che può provocare anche morte per arresto cardiaco, quel virus a cui si è dato la colpa negli ultimi tre mesi di qualsiasi morte, comprese quelle di persone centenarie e già malate gravissime.

Stranamente, in questo caso i medici hanno ritenuto che il virus non ha influito sul decesso.

Eppure George Floyd diceva: “Non posso respirare…..”.

In Memoria Di George Floyd – Graffito in Kenya

Potrebbe avere ragione Banksy a dire che il razzismo è un problema dei bianchi perché sono loro che comandano e gestiscono tutto ma chi è veramente che gestisce tutto?

Trump si è barricato nella “Casa Bianca” dietro a un muro, forse non è all’altezza di guidare una nazione come gli U.S.A., lui che di americano ha in verità molto poco, certo non le mogli, entrambe provenienti dall’ex blocco sovietico. E’ però anche possibile che qualcuno stia sfruttando questo altro ennesimo incidente che fa parte di una lunga catena  mai interrotta, per cercare di rimuoverlo visto che è, a torto o a ragione, il presidente più contestato degli ultimi 40 anni, da ancora prima che lo eleggessero.

Considerato tutto questo, l’omicidio di George Floyd sembra la goccia che fa traboccare il vaso o una ottima scusa per dare una spallata all’amministrazione Trump.

Perchè non piace Trump?

Eppure è uno dei pochissimi presidenti che non ha ancora bombardato o dichiarato guerra, nonostante le numerose minacce (non come ad esempio Obama, che insignito del premio Nobel per la Pace, ha fatto bombardare più volte in più stati) e che ha portato gli indici dell’economia U.S.A. in aumento anche se con mezzi discutibili….. All’Europa e all’Asia ha imposto salatissimi dazi e prima ancora all’Argentina ha imposto la sua politica finanziaria, quindi lo stato bianco-celeste è fallito più volte dopo l’ennesima fittizia rifinanzializzazione U.S.A. e la distribuzione di Bond infetti di qualche anno prima, che noi europei abbiamo comprato come allocchi. Allora se non è l’economia il problema dell’amministrazione Trump che cosa disturba tanto gli americani? Chi andrà al piano di sopra a vedere quale tubo perde? l’importante è fare presto, negli States non si respira.

George Floyd, graffito

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