Pierre Auguste Cot – La Tempesta (Il Temporale) – 1880

Pierre Auguste Cot – La Tempesta (Il Temporale) – 1880

Pierre Auguste Cot – La Tempesta (Il Temporale) – 1880

L’Ottocento è stato un periodo particolarmente ricco di fermento creativo in senso artistico se paragonato ai secoli precedenti, dalla metà di questo secolo in poi infatti le sperimentazioni di Van Gogh e quelle degli Impressionisti, hanno avviato un processo per cui in poco tempo la pittura è stata rivoluzionata, si è distaccata dalla realtà della rappresentazione e ha cominciato ad esplorare ed aprire nuovi orizzonti fino ad arrivare a vette innovative inimmaginabili, certo spinta da quell’invenzione strabiliante quale fu la fotografia, che toglieva all’artista la sua assoluta esclusiva, ovvero la rappresentazione figurativa. Con la nascita della fotografia l’Artista non è più esclusivo produttore e riproduttore di figure ma è la fotografia che prende sempre più piede con l’avanzare della tecnologia e la creazione di apparecchi migliori, fino ad assumere la prerogativa (falsa) di essere lei la oggettiva riproduttrice di realtà. E’ in questo contesto che l’artista si trova quasi all’improvviso privato della sua funzione principale e cerca altre strade, appunto la rivoluzione artistica continua. Ma in questo periodo c’è anche una affinazione delle tecniche e dei materiali per pittura che diventano oltre che alla portata praticamente di tutti, anche più semplici da usare con leganti e pigmenti innovativi. Insomma, quando a causa della tecnologia nasce la più grande antagonista della pittura, si ha anche il perfezionamento dei mezzi pittorici e mai come in questo periodo fioriscono scuole e accademie straripanti di allievi artisti.

 In questo contesto contraddittorio, l’Arte figurativa si spacca: da una parte si segue la via impressionista allArte Moderna, dall’altra ci si ripiega sulla pittura neoclassica, cercando nei modelli del passato ispirazione per creare figure anche per il presente, oppure si prosegue sulla via della pittura figurativa levigata, di pregevole fattura, dove tutte le regole della figurazione e del disegno sono rispettate e osannate come fecero infatti gli Anacronisti.

Per tutti questi motivi Artisti inglesi, francesi, italiani, ma anche australiani, ungheresi, nell’Ottocento fiorirono in numero elevato e dettero alla luce capolavori di eccelsa qualità spesso non conosciuti come si dovrebbe.

Pierre Auguste Cot – La Primavera –  1873

Pierre Auguste Cot (1832-1883) nacque a Bedarieux in Francia, studiò Arte a Tolosa, poi a Parigi dove fu allievo di artisti illustri quali Léon Cogniet, Alexandre Cabanel e William Bouguereau, che prepararono decine e decine di virtuosi del pennello e produssero capolavori eccelsi anch’essi.

Cot fu soprattutto legato a Bouguereau, ne ricorda nei lavori molto lo stile, i soggetti  e ci si avvicina per qualità. Non c’è innovazione nell’Arte di Cot, non c’è ricerca estetica o cervellotico entusiasmo, razionalità eccessiva, lui amava la figurazione classica e in questa eccelleva, le sue opere sono così per noi preziose immagini, fini rappresentazioni, eteree presenze che si possono incrociare solo nei sogni. La bellezza fine a se stessa, la qualità pittorica sono il suo credo e nel dipingere queste Cot era bravissimo, oltre ad essere apprezzatissimo ritrattista.

Pierre Auguste Cot – La Tempesta o Il Temporale (particolare) – 1880

Delle sue opere possiamo citare “La Primavera” del  1873, dove già tutto è perfetto, per poi soffermarci su “Il Temporale” conosciuta anche come “La Tempesta” del 1880 di 234×156 cm, dove si va oltre la perfezione e l’unico pensiero che ci sovviene è: “Come può un quadro come questo non essere tra i più conosciuti e stimati di tutti i tempi?”. La veridicità dell’immagine, dipinta con morbidezza e chiarezza di dettagli, la posa complessa dei soggetti  in penombra e in movimento, già stupisce, ma se questo non bastasse, si aggiungono gli stupendi panneggi e le bellissime trasparenze dei veli, fino a creare una luminosa ninfa che risplende nel paesaggio.

La perfezione della pittura colpisce senza remore alcuna, la qualità degli incarnati, la tridimensionalità delle figure, la descrizione di tutto ciò che è nella penombra dipinto meticolosamente come se dovesse essere in luce è ricolma di puro virtuosismo.

Pierre Auguste Cot – Ritratto Di Giovane

Ma è forse in “Ritratto Di Giovane” che Cot si esalta, dipingendo con la morbidezza che lo contraddistingue, rubandola ai pennelli di Ingres, con la lucentezza e i riflessi descritti come ormai le nuove leggi della pittura avevano indicato. Si ha così l’impressionante risultato di una tecnica raffinata da più di quattro secoli di sperimentazione sommata ai passi fatti nello stesso tempo dalla moderna visione e rappresentazione delle luce, della penombra, con quella nettezza che era impensabile nelle opere dei grandi artisti dei secoli prima.                       

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