Pinuccio Sciola – La voce della pietra

Pinuccio Sciola – Pietra Sonora

Pinuccio Sciola – La voce della pietra

Artista sardo, partito dalla provincia di Cagliari ed arrivato ad esporre in luoghi di livello artistico mondiale, Pinuccio Sciola (1942-2016) nel 1996 ha inaugurato un filone scultoreo particolarmente interessante e apprezzato: le “pietre sonore”.

Grazie ad una borsa di studio vinta in un concorso nel suo paese di San Sperate, Sciola negli anni della sua formazione culturale studia all’Istituto d’Arte di Cagliari, in seguito si specializza in varie Accademie europee e tornato al suo paese inaugura un ricco ciclo di murales. Questa passione lo spinge verso Città del Messico dove collabora con Siqueiros. Espone in Belgio, a Versailles, a Milano, alla Biennale di Venezia, ma è nel 1996 che prende vita il ciclo delle “pietre sonore”, queste sue creazioni lo  renderanno famoso nelle piazze espositive di tutto il mondo aprendosi anche a contaminazioni e possibilità di collaborazione con musicisti.

Giganteschi, simili a menhir, i suoi blocchi di calcare o basalto sono sezionati e talvolta lasciati nella loro forma originale, oppure squadrati,  poi forati fino a ritagliarne sulla superficie dei quadrati incisi profondamente o fino a ridurre la pietra ad essere composta di lamine parallele. In queste condizioni di lavorazione si crea la magia delle pietre che emettono suono, semplicemente sfregandone la superficie con un’altra pietra levigata ma anche con le mani. Sono suoni che richiamano un mondo ancestrale, primitivo, la voce della pietra o della terra, perché Sciola, definisce la pietra come “la memoria della terra”.

E’ infatti intrappolata negli strati pietrificati del terreno qualsiasi reperto archeologico, qualsiasi traccia di mutamento della crosta  terrestre.

Pinuccio Sciola – Pietra Sonora

Pinuccio Sciola non costruisce strumenti musicali in pietra, non piega la selce alla fredda tecnica fabbricando punti sonori dove siano riconoscibili e schematicamente ricreate le scale delle note, ma prende una porzione di materia e la lascia  nella sua naturale forma nel lato che poi sollecitato emetterà suono, con le sue depressioni, i suoi anfratti scavati dal tempo, dalla pioggia, dal vento, affinchè i tagli trasversali ne possano far scoprire la sua voce originaria.

Le sonorità sono una scoperta già nel fatto che vengano emesse, ma anche l’ascoltarle lo è, perchè sono così particolari da non assomigliare ad altri strumenti, un impensabile miracolo di natura che Sciola ci ha rivelato più e più volte in forme e contenuti diversi affinchè tutti ne possano godere.

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