Sandro Botticelli, il pigro – Nascita Di Venere – 1485

Sandro Botticelli, il pigro – Nascita di Venere – 1485

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Sandro Botticelli, maestro del Rinascimento (1445-1510), a Firenze sotto il patrocinio dei Medici, si adopera per dare lustro alla corte che lo ospita diffondendo la sua pittura luminosa, complessa, delicata, studiata nel dettaglio, nelle pose, rivelatrici del racconto che solitamente nasconde all’interno delle opere, preferendo alle rappresentazioni prettamente religiose, quelle allegoriche.

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Sandro Botticelli – La Calunnia – 1496

Le sue opere più conosciute sono senza dubbio “La Nascita Di Venere” del 1485, “La Primavera” del 1482, “La Calunnia” del 1496.
In questi quadri perfettamente bilanciati nella composizione e nei colori, Botticelli riesce a modulare con una scala cromatica ridottissima dall’avorio al rosa pallido, le forme e i corpi dei soggetti attribuendogli una leggerezza impalpabile, rendendoli eterei, fluttuanti.
L’espressione più interessante del Botticelli è forse la “Primavera” dove il contrasto del chiarore dei personaggi avvolti in panneggi trasparenti finemente lavorati e lo sfondo scuro, crea un’atmosfera irreale, adatta ad ospitare un convitto di dei.

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Sandro Botticelli – Primavera – 1482

Lo sfondo è riccamente decorato e come in molte altre opere, l’alternanza di pieni e vuoti dona profondità ed ariosità alla composizione, solitamente formata da archi ripetuti in serie o in ordine sparso.
La capacità pittorica di Botticelli gli permette di trasformare in divina la tela bianca, ma allora perché certe cadute di stile?
La prima cosa che salta agli occhi osservando attentamente le sue opere è l’eguaglianza dei volti e delle espressioni nei soggetti all’interno dello stesso quadro.
Caratteristica di molti pittori è il non discostarsi troppo dal proprio ideale di volto e solitamente riadoperarlo con lievi alterazioni. Dipingere un volto già fatto è più semplice ma questa consuetudine è stucchevole in Botticelli che palesemente riproduce personaggi dalle stesse fattezze e spesso i suoi quadri sembrano raduni di gemelli, differenziandoli di poco anche se di sesso opposto.

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Sandro Botticelli – Primavera(particolare, le tre grazie) – 1482

Botticelli non era un grande ritrattista? No, più semplicemente non gli interessava una analisi introspettiva e differenziare caratterialmente i suoi personaggi che, come manichini fatti benissimo ma in serie, popolano i suoi quadri.
Prerogativa distintiva del Botticelli fra i pittori rinascimentali è la linea netta, scura che distacca le figure, gli incarnati dallo sfondo. Anticipando di quasi mezzo millennio Modigliani e Lautrec, Botticelli in molti lavori affida al finissimo contorno scuro piuttosto che alle ombreggiature, la descrizione della sagoma dei personaggi.

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Sandro Botticelli – Madonna Della Melagrana – 1480

Soprattutto nel contorno del viso e la delimitazione del mento è evidente l’uso della linea scura, netta invece della fine ombreggiatura ottenuta dagli strati di velature che è tipica dei pittori di fine quattrocento e dei  cinquecenteschi.
Eclatante e sconvolgente è l’abuso di questa tecnica nella “Nascita di Venere” dove il volto della dea è dipinto al pari di un fumetto di scarsa qualità degli anni ’80.

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Sandro Botticelli – Nascita di Venere,particolare del volto di Venere -1485

La tonalità è quasi unica, i volumi sono resi con l’uso del disegno e righe decise, appunto come nei fumetti. Il braccio destro di Venere è anatomicamente inguardabile, mentre i capelli curatissimi nel disegno, mantengono comunque un’eleganza degna del Botticelli anche se dipinti molto semplicemente. I volti dei personaggi sulla sinistra (le divinità dei venti), sintetizzati nelle linee, quasi grotteschi, riprendono lo stile semplice del volto della dea, il panneggio e le carni sono invece più definite e morbidi.

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Sandro Botticelli – Nascita di Venere,particolare( i venti ) -1485

Il corpo di Venere mostra la sensibilità pittorica del grande artista, l’eleganza della forma, la rotondità leggera della posa ripresa dalla scultura classica ma scade nel disegno stranamente inconsueto della spalla di destra, improponibile come il braccio, antiestetico.

Se mai Botticelli ha dimostrato mancanze nel disegno anatomico nelle altre sue opere, perchè questo sgarbo a Venere?

Sandro Botticelli – Nascita di Venere -1485

Perchè questa approssimazione nel volto? Questa non curanza nella parte sinistra, così lontana dall’iconografia tradizionale della Venere che la vuole ben fatta, dal collo sì aggraziatamente allungato, ma dalle spalle rotonde e ben proporzionate? Perchè questa trascuratezza proprio nella rappresentazione dell’archetipo della bellezza femminile?

Eppure nonostante questo il quadro funziona, colpisce, è un capolavoro, forse per i colori brillanti e azzeccati negli accostamenti, forse per la finezza di rappresentazione della conchiglia e della sua silhouette che da sola illumina l’opera, forse per lo stratagemma botticelliano delle onde, ordinate, irreali, eppure così rappresentative, forse proprio per il contrasto tra il volto stilizzato, un disegno del corpo criticabile e l’infinita dolcezza dell’espressione della Venere e della posa morbida.
Perché Botticelli non ha dedicato alla Venere la cura che si vede nel volto sublime della “Madonna Col Bambino, San Giovanni E Angelo” posteriore solo di qualche anno?

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Sandro Botticelli – La Vergine Con Bambino, San Giovanni E Angelo (particolare del volto) – 1490

Perché nel viso dell’incarnazione mitologica dell’amore e della bellezza non ritroviamo la finezza delle tonalità, quei passaggi dalle luci alle ombre ed il delicatissimo incarnato di altre sue opere? Botticelli pigro?
E’ possibile semplicemente abbia reputato che la mitica Venere non possa avere un volto umano e l’ha lasciata così, enunciazione iconica di un volto, perché l’ideale universale della bellezza non può essere rappresentato e al pari di Velàzquez nella “Venere Allo Specchio” del 1650, abbia lasciato all’immaginario collettivo la possibilità di completare con le proprie fantasie un viso solo abbozzato.

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Sandro Botticelli – Venere – Galleria Sabauda, Torino

E’ interessante citare la “Venere” esposta alla galleria Sabaudia di Torino. L’ attribuzione non è scontata: si pensa sia il prodotto della bottega botticelliana piuttosto che della sola mano del Botticelli. Datata intorno al 1482 ma potrebbe anche essere posteriore alla “Nascita di Venere“, è classificato come studio per la figura della dea. Sicuramente dipinta con una finezza di esecuzione notevole, un capolavoro.

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