Solvognen, il Carro vichingo del Sole di Trundholm

Solvognen, il Carro vichingo del Sole di Trundholm

Solvognen, il Carro Del Sole Di Trundholm – 1450 a.c.

 

Il Carro del Sole”, l’ affascinante mito che si ritrova in più credenze e religioni arcaiche è presente anche nella mitologia norrea dei popoli scandinavi. E’ sempre interessante trovare che spesso, popolazioni anche lontane tra loro con usi e costumi diversi, hanno invece una ancestrale formazione religiosa comune. Sarà che un dio che porta il sole nel cielo con il suo carro è forse la cosa più semplice da immaginare per un popolo ancora legato a concezioni fisiche primordiali, fatto sta che gli antichi Danesi, se non lo chiamavano Helios come i Greci, lo immaginavano però pressappoco uguale.

Il Carro Del Sole Di Trundholm”, stupendo oggetto in bronzo, fu scoperto nel 1902 nella palude dell’isola di Seeland, presso Trundholm e si pensa sia stato seppellito come offerta rituale, ma è anche possibile che tra il XIV° e il XV° secolo a.c. sia stato disperso nell’aspro ambiente in seguito ad altre peripezie.

Finemente lavorato, ci mostra che anche i popoli vichinghi conoscevano la tecnica della fusione del bronzo a cera persa ed erano eleganti cesellatori delle loro creazioni. Anche se ne mancano alcune parti, l’eleganza del carro è evidente, sia per la leggiadria dell’insieme,  sia per il modellato dell’animale che, nella sua semplicità e stilizzazione mantiene una compostezza particolarmente studiata ed efficace.

 

Solvognen, il Carro Del Sole Di Trundholm – 1450 a.c.

 

Il cerchio trainato è ovviamente rappresentativo dell’astro solare. Nella credenza nordica, il sole era piatto e mostrava nel suo primo cammino giornaliero in cielo, la sua faccia infuocata, mentre al ritorno volgeva verso la terra la sua parte fredda ed era invisibile nell’oscurità. Per questo motivo il cerchio di bronzo è finemente decorato in oro solo su un lato e proprio queste decorazioni hanno scatenato gli appetiti indagatori degli esperti, con tanto di reclutamento di matematici, fisici, astronomi.

Si è pensato infatti che tali decorazioni non siano solo frutto della perizia e virtuosità dei modellatori scandinavi ma una vera e propria mappa stellare, una riproduzione di un modello matematico che dovrebbe rappresentare un calendario con giorni, mesi, in un ciclo di due anni di 365 giorni, comprensivi dei giorni ulteriori tipici degli anni bisestili.

La teoria è azzardata ma contribuisce ad amplificare il mistero che questo oggetto di circa 1450 anni possiede, già espresso dalla impensabile grazia con cui in un’epoca così lontana fu costruito.

 

 

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