Riguardo al 25°anniversario dell’abbattimento del muro di Berlino, si deve ricordare l’artista Thierry Noir, writer francese, di Lione che nel 1982 arrivò in quella città come giovane sconosciuto e due anni dopo iniziò a riempire il muro di Berlino con i suoi graffiti in piena guerra fredda. Subito seguito da altri artisti, Thierry Noir è stato il più rappresentativo di questo che più di un atto artistico, fu un atto politico con tutte le difficoltà e problemi del caso.
Le caratteristiche “teste a uovo” contraddistinguono il suo operato, ma è inutile disquisire di contenuti pittorici quando, come in questo caso solo l’atto del dipingere è già in sé espressione artistica fortissima, soggetto ed oggetto.
Qualche anno dopo, Wim Wenders gli propose di dipingere un pezzo di muro appositamente per il film “Il cielo sopra Berlino” e lui ne dipinse 100 metri. Dopo la caduta del muro, Thierry Noir iniziò a progettare la “East Side Gallery”, un museo dove adesso sono conservati circa 1.3 km di muro.
Alla domanda: “Secondo lei l’arte può cambiare il mondo?” Risponde: “Sì. Ne sono profondamente convinto. L’arte è un potente mezzo di comunicazione”.