Tony Cragg – Confronto con la natura
Sono state esposte fino ad Ottobre al Giardino di Boboli di Firenze alcune sculture di Tony Cragg, artista inglese ormai residente in Germania, classe 1949. Cragg è uno dei rappresentanti della “New British Sculpture” divenuta famosa fino dagli anni ’80 e uno dei quattro esponenti ad aver vinto il Turner Prize.
Se è spesso impietoso il confronto tra i luoghi d’Arte di Firenze e gli autori contemporanei di cui spesso ospitano le opere, non si può dire lo stesso dell’esposizione al Giardino dei Boboli delle sculture di Tony Cragg, dove le gigantesche opere sembrano ben ambientarsi come se si conformassero in qualche modo ai canoni scritti da madre natura.
Forse perché la sua tematica di matrice surrealista, spesso ricorda le costruzioni naturali di rocce, anemoni, alghe, agglomerati di materiale naturale o organico che nel tempo tende ad accumularsi e a crescere di dimensioni, fino ad arrivare a costruzioni magnifiche e imponenti come la barriera corallina, le escrescenze calcaree, le stalattiti.
Cragg usa di solito materiali solidi, roccia, marmo, pietra ma anche legno che leviga fino a raggiungere costruzioni eleganti. Si assapora il passare del tempo nelle sue colonne di metallo che anche se certamente fuse in una sola gettata, ricordano quelle stalagmiti che si formano in centinaia di anni quando l’acqua gocciola sempre nello stesso punto.
Le figure di Cragg non sono ricopiate dalla natura, ne sono ispirate e ne ricercano il significato strutturale, e talvolta come immagini futuriste, sembrano incarnazioni di movimenti fulminei imprigionati nella roccia, quale frutti di allievo dell’illuminante Boccioni. Mai banale nella sua ricerca estetica, Tony Cragg trasforma le improbabili costruzioni in eleganti e spiazzanti monumenti, dove alla contemporaneità del pensiero generatore non viene mai meno una ricercata attenzione per l’eleganza delle forme.
