Paesaggista? No, troppo poco. E’ riduttivo definire Scatizzi (1918-2009) un paesaggista.
Cresciuto tra le colline toscane, Scatizzi certamente le ha dipinte in ogni modo, come le coste e le spiagge tirreniche, ma definirlo paesaggista è troppo poco.
La sua pittura va oltre il figurativo come se il soggetto fosse casuale, un canovaccio su cui dar sfogo alla sua smania creativa.
Astratto? Potrebbe sembrarlo ad un primo sguardo, perchè le sue colline, le sue spiagge, i suoi dirupi si fanno spazio nei quadri attraverso una coltre di materia pittorica a volte spessa un dito.
Quindi il paesaggio affiora per chi ha occhi per vederlo tra le spatolate sapienti, potenti, che incredibilmente disegnano sulla tela in modo perfetto particolari, sensazioni precise ma impossibili da ricreare: il gesto pittorico non si può imitare.