Giovane artista di Velletri Cinzia Pellin offre una pittura in cui, dice lei, vuole rappresentare la bellezza.
In effetti i suoi volti di donna sono l’incarnazione dell’ideale della bellezza propostaci dalle modelle delle pubblicità, della televisione e riviste, forse per questo motivo non è amata da una parte del mondo degli artisti che la reputano troppo commerciale, impostata su un filone rappresentativo di facile presa sul pubblico.
Premiata invece dal mercato, la Pellin rivela una ottima tecnica nel suo stile levigato, sfumato in tonalità di grigio e bianco con il quale esprime un ideale estetico archetipo del femmineo estremizzato fino all’eccesso, dove la minima imperfezione è assente, arrivando all’atto sacrilego di dipingere il ritratto di Anna Magnani senza rughe.
La pelle marmorea e trasparente dei suoi enormi visi è accesa solo dalle labbra ottimamente dipinte di un rosso incandescente ed il colore degli occhi di solito verdi o azzurri, curatissimi, come i capelli e le ciglia.
Che si ami o che si odi la pittura della Pellin incarna una immagine stereotipo del nostro tempo: la donna bellissima ma fredda e calcolatrice nei suoi toni di grigio, rallegrata dai colori che fungono da richiamo in un mondo dove l’apparenza conta ormai più della sostanza.