Morandi – Natura Morta – 1957

Morandi – Natura Morta – 1957

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Giorgio Morandi – Natura Morta – 1957

Si potrebbe pensare che le nature morte di Morandi siano l’esaltazione del niente: non ci sono soggetti accattivanti, colori accesi, linee contorte o sensuali, allegorie, teorie metafisiche, la ricerca, la razionalità, il contemporaneo, l’antico, lui non si pone problemi né artistici né esistenziali, nei suoi quadri tutto questo non c’è, lui non ne ha bisogno, è artista vero e lo sa.

Ma allora cosa li rende dei capolavori ? Morandi ha la capacità di rappresentare attraverso una scala cromatica limitata l’essenza degli oggetti con una sensibilità di modulazione tonale che da sola basta a farne dei capolavori.

Gli bastano pochi vasetti, qualche bottiglia per farlo capire ed è inequivocabile, il soggetto scelto è ininfluente anzi, la scelta di soggetti semplici ne esalta il risultato perchè non distolgono l’attenzione dalla valenza pittorica espressa.

Sapienti pennellate ne descrivono le rotondità, i pieni, i vuoti, gli spazi, le atmosfere, le profondità, ineguagliabile quando si esprime nella gamma dei bianchi e variazioni di grigio.

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