Benjamin Shine, forse non passerà alla storia per aver inventato la candela a cera eterna a cui si deve cambiare solo lo stoppino (purtroppo siamo nell’era dell’elettricità e arriva tardi) ma si sta facendo conoscere oltre che come designer di abbigliamento e oggettistica, anche come artista, ovviamente in modo certo non banale, ma eccentricamente interessante.
Inglese, ha studiato faschion design a Londra e nel 2003 ha aperto uno studio creativo da dove è venuto fuori un po’ di tutto: giochi per bambini, capi d’abbigliamento, borse, mobilio, suppellettili.
Al suo attivo ha importanti collaborazioni con case di moda e progettazioni per vari colossi del mercato globale.
Nel 2015 ha attirato l’attenzione per il suo debutto nel panorama artistico con le sue eteree costruzioni in tessuto.
Il materiale che predilige è il tulle.
Impressionato dalla leggerezza dello svolazzante tessuto sul corpo delle ballerine, Benjamin Shine ha pensato di ricreare quella magia in forme diverse, volti, animali e armato di ferro da stiro e chilometri di tulle, ha iniziato a spiegazzare e cucire il tessuto in modo da ottenere quello che si era prefissato.
Andy Warhol, Elizabeth Taylor, la principessa Diana, Charlene di Monaco, Rembrandt. Come un perfetto artista di nuova generazione post Warhol, li ha ritratti tutti con il suo materiale preferito, nei colori azzurro, rosato, verde pisello, grigio e tra i ritratti fatti su commissione, perfino un elefante è apparso nelle trasparenze alla parete.
L’effetto di questa sorta di quadri tridimensionali è certo da gustare dal vivo, le foto non possono rendere la teatralità del morbido tulle in tutto il suo candore e nella complicatezza della lavorazione.
Particolarmente interessanti risultano essere le scene di danza, che come da un ipotetico sipario, calano giù a volte ancorandosi grevi al suolo con piedi calzati da scarpe in tulle. Composizioni così leggere che effettivamente ben rappresentano la danza e soprattutto il balletto classico, dove non il tessuto ma le nuvole sembrano essersi raggruppate per dare vita ad una scultura fatta di leggerezza assoluta.
Come sorprese nell’attimo in cui stanno per cambiare di posizione, i suoi personaggi sono immobili ma sembrano fluttuare, in un vago sussulto futurista, di cui solo accennano la capacità.