Jaume Plensa artista sessantacinquenne di Barcellona, nel 2004 realizza al Millennium Parck di Chicago “Crown Fontain”. Costruita dagli architetti Krueck e Sexton è un‘opera molto complessa: due torri di mattoni trasparenti in vetro, alte più di 15 metri si fronteggiano ai bordi di una bassa piscina rettangolare, le due facce rivolte verso l’interno della piscina sono costituite da diodi luminosi che proiettano immagini.
L’acqua fuoriesce a getto in mezzo alle immagini di facce appartenenti ad abitanti del quartiere e fa la felicità dei ragazzini che da Maggio ad Ottobre possono sguazzarci dentro.
Costata uno sproposito (17 milioni di dollari), “Crown Fontain” è un esempio di Arte interattiva tra fruitore e opera, in quanto la sua bellezza è la somma dell’architettura e l’inventiva più la movimentata presenza di persone che si bagnano, osservano, giocano tra i guizzi di acqua.
Jaume Plensa è famoso anche per altre sue opere come “El Alma Del Ebro”, scultura gigantesca dove è evidente la sua tipica struttura a rete con la quale ricrea i volumi.
Se in “Lin Lin” del 2007 la materia utilizzata per l’immagine tridimensionale della testa di donna è proprio una rete finissima, nell’altra del 2008, la maglia materica tridimensionale è data dall’insieme di lettere che come applicate su un modello invisibile, ne descrivono le rotondità tra la trasparenza degli spazi vuoti.
Eclettico, attento osservatore dell’evoluzione ed i suoi prodotti tecnologici, Plensa ci sorprende con idee innovative dove l’ambiente gioca un ruolo importante perché non funge solo da sfondo per le opere ma ne fa parte inglobandole, rendendole protagoniste, come diviene protagonista il pubblico a cui spesso è riservata una parte da interpretare.