Rembrandt – Lezione Di Anatomia Del Dottor Tulp – 1632

Rembrandt – Lezione Di Anatomia Del Dottor Tulp – 1632

Rembrandt – Lezione Di Anatomia Del Dottor Tulp – 1632

L’artista Rembrandt non aveva mezze misure, partì forte, con opere bellissime già in giovane età, ne è una testimonianza questo bellissimo quadro “Lezione Di Anatomia Del Dottor Tulp” dipinto nel 1632 quando aveva solo 26 anni.

E’ chiaro che fu per lui una grossa opportunità e certo la sfruttò al meglio. Capitava infatti che i dottori  di Amsterdam volessero immortalarsi in quadri dove ci fossero i loro ritratti e pare che pagassero anche cifre interessanti per esserci.

Così nacque quest’opera, per ricordare la gilda dei Dottori e il loro massimo studioso di anatomia al tempo, il Dottor Tulp, ma Rembrandt volle fare di più di quanto era già stato fatto e tra i vari personaggi inserì un cadavere, l’oggetto di studio che solo una volta l’anno avevano il permesso di sezionare.

Rembrandt – Lezione Di Anatomia Del Dottor Tulp (particolare) – 1632

La costruzione pittorica rivela vari enigmi, segreti e stratagemmi, tra i primi, la sbilanciata composizione, ricolma di personaggi sulla sinistra, dovuta al fatto che gli ultimi due dottori sono stati aggiunti a quadro ultimato. E’ innegabile che l’architettura dell’opera ne risente. Testimonianza di tutto questo è il foglio che un personaggio tiene in mano, con su scritti tutti i nomi dei presenti e per ultimi quelli dei due a sinistra. Poi il libro, gigante sulla destra, che è appunto il famoso testo di anatomia dell’epoca il “De humani corporis fabrica”, di Andrea Vesalio . Contestabile è anche il disegno del corpo del suo malgrado coprotagonista centrale. Il morto, tale Adrian Adrianeszoon, sembra assassino giustiziato di fresco. In effetti pare sgraziato, se non nei piedi proporzionati anche se in ombra e nascosti quale particolare inutile, nelle gambe, troppo tozze rispetto al busto troppo lungo. Qui Rembrandt pecca forse di inesperienza nel disegnare la figura umana nella posizione sdraiata ma parzialmente frontale, una delle più difficili, sopperisce però con la definizione del modellato e la meticolosa descrizione dei tendini e muscoli scoperti, di un realismo esasperato.

Rembrandt – Lezione Di Anatomia Del Dottor Tulp (particolare) – 1632

Non è certo il Rembrandt maturo dalle grosse pennellate corpose che magicamente definiscono dettagli infinitesimali, non è nemmeno quello che unisce agli sfondi, le carni e le vesti in un tripudio di alchimia pittorica e luci fluorescenti, qui Rembrandt si concentra sulla veridicità dei ritratti, ben levigati e dettagliati fin nelle barbe colte, nei merletti e soprattutto nelle mani del Dottor Tulp, perfette, tridimensionali, dettagli che il pittore ci ha abituato a gustare anche in altre opere dove alcune parti sono così ben fatte che  pare escano dal quadro.

D’altra parte l’opera era stata commissionato come ricordo delle persone rappresentate e per quanto possa in realtà sembrarci spoglia in alcune sue vaste parti, la insistente ombra serve a risaltare tutti i chiari volti, per accontentare soprattutto i committenti.        

Rembrandt – Lezione Di Anatomia Del Dottor Tulp (particolare) – 1632

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