Antonio Ligabue

Antonio Ligabue

Antonio Ligabue

Artista dalle origini in parte svizzere e dall’infanzia burrascosa, ebbe la vita costellata di sventure che ne causarono l’aggravarsi delle sue condizioni mentali. Fu talvolta paragonato a Van Gogh per il suo essere solitario e per l’aver condotto una vita sregolata con eccessi d’ira, ed anche per i colori accesi che dominavano i quadri di entrambi ma mai paragone fu più sbagliato.

Antonio Ligabue

 Ligabue aveva dei seri problemi psicologici, lo testimoniano i vari filmati che lo vedono vestirsi da donna o ululare nei boschi cercando di parlare agli animali o addirittura di trasformarsi in uno di loro, con appeso al collo uno specchio per controllare i progressi della metamorfosi. Nonostante questo ed altre pericolose abitudini, Ligabue fu un grande artista e già in vita gli vennero riconosciuti onori da critici e artisti che lo stimarono e gli vennero in aiuto più volte. Renato Marino Mazzacurati, Andrea Mozzali lo sostennero e ospitarono mentre il fotografo Aldo Ferrari e il giornalista Severo Boschi lo intervistarono e lo fecero conoscere al grande pubblico. Da qui, nel 1955 Ligabue iniziò a partecipare a mostre di prestigio fino a quando la sua fama arrivò a Roma nel 1961 con una personale.

Antonio Ligabue

La pittura di Ligabue è brillante, questa è forse la prerogativa che salta subito agli occhi, ma non solo, è ingenua, quasi naif, con quegli animali senza tridimensionalità che sembrano spiaccicati sulla tela, spesso dalle anatomie inventate eppure così reali nella definizione dei suoi leopardi, perché certo non aveva animali esotici che gli posassero. E’ una pittura semplice che si nutre talvolta dell’ignoranza, sicura e decisa del suo non conoscere la realtà delle forme, ma nell’intuirla e anche per questo fantastica, luminosa anzi folgorante, quanto invece è perfetta nella resa dei suoi galli, nelle grosse pennellate che ne creano le piume.   

Antonio Ligabue

Ligabue voleva dipingere la bellezza, e non si lasciava condizionare dal fatto che i suoi disegni fossero giusti o no, che le ombre fossero coerenti, addirittura che ci fossero, lui era sì un pittore figurativo ma non sentiva come opprimente il bisogno di esattezza, gli premeva di più appunto la bellezza.

La rabbia delle sue tigri a bocca spalancata, i loro balzi a cercare di uscire dal quadro, fanno dei soggetti scelti e della loro posa il fulcro delle opere.

Antonio Ligabue

Gli mancava la cultura pittorica, o almeno una parte di questa, gli mancava lo studio dal vero della luce, delle rotondità, ma a tutto questo sopperiva con una spontanea schiettezza della pennellata, e arrivava dritto all’animo di qualsiasi osservatore, senza premesse, senza giri di parole, costruzioni, ripensamenti. Ligabue era un genio, un genio pittorico, che dipingeva con la sincerità che artisti come ad esempio Matisse hanno ricercato lungo tutto il loro percorso, partendo da una posizione di colta preparazione. 

Antonio Ligabue

La composizione, la cromaticità esasperata erano in Ligabue ovvie. Forse perché artista puro, forse perché non contaminato dall’Accademia, dipingeva con animo leggero e tutto questo nei suoi quadri è evidente.        

Naturalizzato italiano, nacque a Zurigo nel 1899, fu trasferito presso Gualteri nel 1919, dopo essere stato molti anni con la madre adottiva in Svizzera, prima ancora aveva vissuto la morte dei fratelli e della sua vera madre per un’intossicazione alimentare di cui fu l’unico sopravvissuto e che forse gli lasciò strascichi fisici e psichici.

Antonio Ligabue

Condusse vita disagiata tra ricoveri e periodi errabondi sulle sponde del Po.

 Ligabue non fu sempre povero, assaporò invece il profumo dei soldi quando iniziò ad essere conosciuto, si tolse qualche soddisfazione come il comprarsi una moto con cui ebbe in seguito un brutto incidente e fu celebrato quale artista di livello nazionale fino a che nel 1962 fu colpito da emiparesi e infine morì nel 1965.

 Fu sepolto a Gualtieri presso Reggio Emilia, sulla sua lapide c’è una scultura di Andrea Mozzali.    

Antonio Ligabue

    

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