A molti sarà capitato di imbattersi, magari navigando sul web, nei ritratti dal sapore vagamente medioevale che hanno come soggetto sempre la stessa modella, facilmente riconoscibile per una fisionomia decisamente particolare.
Il naso affilato, la pelle di un candore spettrale, gli occhi chiari, limpidi ma severi, il mento irriverente e la fulva criniera ondulata, fanno della modella di Dante Gabriel Rossetti una delle caratteristiche principali della sua pittura.
Dante Gabriel Rossetti (1828-1882) fu pittore e apprezzato poeta inglese di origini italiane.
Precoce, pubblicò lodati poemi e poesie, contemporaneamente si distinse per le sue opere di cui particolarmente interessanti furono gli acquerelli.
Fu fondatore dei Preraffaelliti, movimento che si ispirava allo stile pittorico e ai soggetti dell’Arte prima di Raffaello Sanzio. E’ possibile classificarlo come pittore simbolista, ma la sua prerogativa era la soggettistica di chiara ispirazione medioevale, storica, letteraria. Furono molte le opere ispirate ai poemi danteschi e alla letteratura britannica classica. Si possono individuare anche riferimenti ai nazzareni italiani e ai primitifs francesi.
Le cronache ci narrano di un Dante Gabriel Rossetti particolarmente attaccato alle sue modelle.
Nel 1860 sposò la sua prima, Elizabeth Siddal che gli ispirò opere molto ricercate dai collezionisti e in breve tempo ottenne una posizione agiata. La moglie che non aveva mai goduto di buona salute, morì due anni dopo gettandolo in uno stato di alterazione emotiva.
La sostituì come modella con Janey Burden, che già posava per il marito William Morris ed altri preraffaelliti. Fu lei la modella che Rossetti ritrasse nella serie fortunatissima di quadri ad olio e acquerelli che lo hanno reso celebre presso il grande pubblico, fino ai giorni nostri.
Il ricordo della moglie però non lo abbandonava e solo nel 1870 trovò la forza di pubblicare la raccolta di versi “Poems”, più che sensuali, erotici, che furono fortemente criticati. In seguito pubblicò il suo lavoro letterario più apprezzato “The House of Life”, raccolta di sonetti e canzoni.
Nelle vesti di Proserpina, Sibilla, Venere e altre mitiche figure, la rossa Janey Burden ormai unico riferimento figurativo, dai lineamenti aggraziati ma fortemente caratterizzanti, prestò le sue sembianze, il suo sguardo altero, le sue labbra carnose a Dante Gabriel Rossetti fino a che il pittore se ne invaghì e questo fu causa di rottura dei rapporti col marito nel 1875.
La quantità di lavori che la ritraggono resta comunque consistente. Dall’esile figura, le mani affusolate, Janey Burden incarnava molto precisamente l’essenza della pittura preraffaellita, della dama medioevale avvolta in lussuose stoffe ma dalla flebile vitalità racchiusa nella sua prigione dorata.
Spesso contornata di rose o altre decorazioni floreali, in mezzo a ricercate composizioni dai toni accesi, gli occhi ardenti della modella illuminano le opere dove solitamente compare coperta di ricche vesti.
Fu figura carismatica di tutto il movimento preraffaellita, sia come modella, sia come esempio di femminilità. Col solo mostrare il volto e le mani, incantò il gruppo di pittori e solo nella raffigurazione di “Venus Verticordia” del 1866, concesse a Dante Gabriel Rossetti di ritrarle anche parte del seno scoperto.
E’ di pochi giorni fa la notizia che la versione ad acquerello della “Venus Verticordia” del 1868, stimata intorno alle 1.000.000-1.500.000 sterline (quasi 2 milioni di euro), sarà messa all’asta a Londra da Sotheby’s .